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Rafa Benítez, ex manager del Liverpool (credits: GETTY Images)
Rafa Benitez, che in Italia ha allenato sia Inter che Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul calcio. Ecco le parole da la Repubblica.
Su come gestire la pausa: "È abbastanza per recuperare, mentalmente e fisicamente. Prima il riposo, poi gli allenamenti man mano più intensi, infine le amichevoli. Alcune squadre potrebbero faticare a ritrovare il passo. Ma chi fin qui ha puntato sull'intensità, guadagnerà dalla pausa, che restituirà energie".
Sulle rotazioni dei giocatori: "Lo sarà nella parte finale dei tornei. Adesso le squadre cercheranno continuità, puntando sui calciatori più affidabili. Solo chi ha avuto tanti giocatori impegnati negli ultimi turni del Mondiale dovrà ruotare di più".
Sui maxi-recuperi: "Sì. Il tempo perso va recuperato. Non mi piacciono invece le cinque sostituzioni. Spezzano le partite e le alterano, favorendo chi ha riserve di alto livello. Si facciano nelle partite internazionali, ma non nelle competizioni locali, dove le differenze di rosa sono maggiori".
Sul tempo effetivo: "No non mi piace. Non risolverebbe il problema delle interruzioni tattiche. Anzi, paradossalmente il ritmo della gara potrebbe risultare ancor più spezzettato".
Sulla sorpresa dei Mondiali: "Alcuni sono stati fondamentali per le proprie squadre. Julián Álvarez per l'Argentina, Giroud per la Francia, Amrabat per il Marocco".
Sull'allenare Messi e Ronaldo: "Allenare i migliori è sempre una sfida. Dovrei conoscerli però. Di Messi un'idea me la sono fatta, grazie al comune amico Mascherano: è incredibilmente una persona normale. Di Mbappé so poco".
Sui giocatori italiani: "Al Napoli ho avuto la fortuna di lavorare con Insigne. Ero un fan di Pirlo. Oggi mi piace Verratti. È intelligente, sa cosa fare".
Sul Napoli: "La mentalità. Anche in Champions non si accontenta di fare bella figura, vuole vincere. Negli anni ha avuto ottimi allenatori e buoni calciatori".
Sullo Scudetto: "Non voglio passare per menagramo, evito di esprimermi. Di certo il Napoli ha quello che serve: entusiasmo, qualità, approccio. E la sosta mondiale potrebbe giovarle".
Sui giocatori del Napoli che potrebbero giocare in Premier: "Ne ha in ogni ruolo. Osimhen, ad esempio, giocherebbe pressoché ovunque".
Sui pericoli per il Napoli: "Il Milan ha fatto un grande lavoro. La Juve non va mai data per vinta. L'Inter è bene attrezzata. Ma l'unica vera rivale del Napoli è il Napoli".
Sull'esperienza all'Inter: "Sbagliai ad accettare di allenare senza poter fare mercato, a causa del financial fair play. Una situazione simile l'ho trovata all'Everton dove, dopo anni di grandi spese, non potevano più investire".
Sull'Italia: "Bisognerebbe dare maggiori possibilità ai giovani giocatori di talento nei club. È sbagliato dare spazio ai giovani in quanto giovani, ma se c'è qualità bisogna essere coraggiosi".
Sulla Premier: "Il ritmo della Premier fa la differenza. Avere più soldi permette di attrarre calciatori capaci di giocare con precisione ad alta velocità. Questo attrae tifosi, investitori e sponsor. È un circolo virtuoso".
Sulle rivalità più romantiche: "I derby: Everton-Liverpool e Milan-Inter".
Sulla rivalità più dura: "Storicamente, fra Siviglia e Betis. Oggi, fra Real e Barcellona".
Sull'allenatore migliore al mondo: "Ci penso spesso ma non ho una risposta. Più dei titoli vinti, conta quel che si riesce a fare con i giocatori che si hanno. In quest'ottica, forse il migliore oggi non allena in Europa".
Sul suo idolo: "Sacchi cambiò il gioco. Lo stesso vale per Michels, Cruyff, Maturana, Aragones. Poi dico Del Bosque, per la gestione del gruppo. Sono stati i più importanti. Altri hanno avuto più successo mediatico".
Sull'allenare una Nazionale: "Amo il lavoro quotidiano. Ma sarebbe interessante. Non c'è possibilità in questo momento, ma certo: mi piace lavorare per vincere e la nazionale spagnola può farlo".
Su dove si vedrà dopo il ritiro: "A Liverpool mia moglie e le mie figlie sono felici. Ma Madrid per me ha un fascino speciale". Calciomercato Milan – Ceccarini: “Sportiello può arrivare, ma…”
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