Sull'esperienza all'Arsenal: "Sono andato all'Arsenal per svilupparmi e avere una formazione tecnica. Ma io sono uno che vuole giocare, non avevo ancora 19 anni ma avevo voglia di giocare. Anche all'Arsenal il mio obiettivo non era giocare nella squadra riserve ma in prima squadra. Non mi è stata data questa opportunità ma è stata un’esperienza positiva che mi ha aiutato nella mia carriera".
Sul passaggio all'Empoli: "La lotta ha fatto parte della mia vita. Sono sempre sottovalutato. E' il mondo del calcio. Sono arrivato da Empoli. I tifosi non mi conoscevano. Ma mi ha dato il desiderio di dimostrare che si sbagliavano. Mi ha spinto a superare le probabilità. Sapevo che al mio arrivo le critiche non mi avrebbero creato problemi. Al contrario, ero determinato a far vedere a tutti le mie qualità e anche adesso, in ogni allenamento, in ogni partita voglio fare di tutto perché la gente non dimentichi quello che ho da offrire".
Su un possibile ritorno all'Arsenal: "È vero che l'Arsenal è tra i club che mi stanno a cuore. Arsenal e Milan hanno molte similitudini in termini di organizzazione e di fatto che sono club familiari. La Premier League è una competizione molto importante e chiunque vorrebbe giocarci. Ma il Milan è anche un club enorme e mi sento molto, molto felice qui. Sono uno a cui piace avere sempre degli obiettivi per il futuro, ma ci sono tante cose che voglio ancora raggiungere con il Milan. Vedremo. L'Arsenal è sicuramente una grande squadra, con una grande filosofia, che si è evoluta con alcuni grandi giocatori. Ma come ho detto io e il Milan siamo molto, molto felici. Prima di tutto voglio essere pronto per il Milan e per me stesso". LEGGI ANCHE: Milan, attento a De Ketelaere! Può essere davvero un pericolo?
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