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NEWS MILAN - L'intervista di Silvio Berlusconi a Telelombardia tra Monza e il passato al Milan. Il suo Monza ha conquistato la promozione in Serie B, ma non dimentica di parlare del club rossonero e della situazione complicata che sta attraversando.
Tra due stagioni derby Milan-Monza a San Siro?: "Magari non indosserò nessuna sciarpa (ride, ndr). Il mio cuore batte al 50% per il Milan e al 50% per il Monza. Penso che sarà così anche per Milan-Monza. Ma adesso dobbiamo pensare alla Serie B".
Capitolo Milan, ecco il Berlusconi-pensiero: "Penso che siano tante le cose che una squadra e i giocatori devono avere per arrivare ai risultati. Credo che ci potrà essere un nuovo allenatore capace. Consiglio al Milan? È quello di preparare bene le partite, ripassando gli schemi che si esercitano in allenamento e andare in campo anche affidandosi all’improvvisazione, con testa e voglia di mettere in atto degli schemi che ti permettano in maniera razionale di poter arrivare più spesso al tiro e quindi al gol".
Sull'addio di Boban e la situazione Paolo Maldini: "È difficile per un giocatore trasformarsi in qualcuno che deve prendersi cura degli altri, c’è sempre una sorta di individualismo difficile da superare. Non sempre dei giocatori che hanno lasciato la maglia possono essere l'ideale per stare vicino agli altri giocatori e per sostenerli nei loro sforzo, indicandogli la strada migliore. Io voglio molto bene a Maldini, volevo bene a Maldini padre, voglio bene a Paolo e vorrò bene al figlio, che si preannuncia essere uno dei giovani più interessanti al Milan. Daniel al Monza? Speriamo di sì, speriamo che si confermi un giovane di talento".
Sul post-Berlusconi al Milan, ecco la sua rivelazione: "Non è facile trovare un successore, è difficile succedere ad un Berlusconi. Credo che io abbia fatto quello che dovevo fare, sono ancora vicino al Milan, dò tutti i suggerimenti che mi possono sembrare utili. Spero che con la mia semi assistenza possano vincere ancora".
Su Zlatan Ibrahimovic al Monza: "Era un nostro obiettivo vero, come lo è stato Kaká. Si sono create difficoltà extracalcistiche che ci hanno fatto rinunciare. Però nel calcio non si sa mai, sia per lui come per Kaká".
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