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Nicola Berti (ex centrocampista Inter) | Serie A News (Getty Images)
"Nicola Berti, ex centrocampista dell'Inter negli anni Ottanta e Novanta, ha rilasciato un'intervista in esclusiva ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco tutte le sue dichiarazioni.
"Sul derby vinto: "È una gioia fighissima. Eravamo già obbligati a puntare allo Scudetto, ora lo siamo ancora di più. Non è stata una vittoria semplice, però è stata limpida. Abbiamo sofferto dieci, quindici minuti al massimo. Ma mica potevamo vincere un derby senza soffrire. Era nell'area che ne avevamo di più, però non mi aspettavo questa superiorità così marcata. A proposito: Zlatan Ibrahimović è uscito prima: perché? Aveva delle prove per Sanremo?".
"Sull'uomo chiave: "Lautaro Martínez, anche più di Romelu Lukaku. Sempre in partita, sempre pericoloso, sempre decisivo. Già nell'ultima sfida contro la Lazio per me era stato fondamentale".
"Sul segreto del successo: "Antonio Conte, senza dubbio. Il suo rapporto con i giocatori è straordinario e loro, ormai, giocano per lui. Si vede nell'attenzione che mettono, nella cattiveria agonistica, nella corsa verso la panchina dopo ogni gol. Questa Inter è squadra in tutto e per tutto. E il merito di questo splendido lavoro è del mister".
"Su Nicolò Barella: "È sempre eccezionale: è il polmone di questa squadra. Ed anche in prove meno spettacolari, sa essere determinante. C'è sempre lui sulle seconde palle, non perde mai un duello. Però, forse, dovremmo spendere due parole anche sui difensori, di cui si parla sempre troppo poco. Con Milan Škriniar, Stefan de Vrij ed Alessandro Bastoni l'Inter ora è insuperabile. E se anche Samir Handanović torna su questi livelli ...".
"Su Christian Eriksen: "Avete visto che qualità? Uno con questa qualità deve sempre giocare, però è innegabile che fino a qualche tempo fa facesse troppa fatica a far emergere il suo valore nel gioco di Conte. Poi, dopo la magia nel derby di coppa ... Ora sì che è il giocatore da salto di qualità".
"Su chi deve temere l'Inter per lo Scudetto: "Solo sé stessa: è una squadra pazza, lo dice il DNA. Ma credo che ormai la montagn sia stata scalata, ora arriva la discesa. Dove servono, però, gambe forti per non cadere. Come quelle di Ivan Perišić.
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