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MILAN, ITALY - FEBRUARY 20: Kevin Prince Boateng of AC Milan celebrates victory at the end of the UEFA Champions League Round of 16 first leg match between AC Milan and Barcelona at San Siro Stadium on February 20, 2013 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
Kevin-Prince Boateng, ex calciatore rossonero, ha parlato nel corso di una delle trasmissioni di 'Tv Play', soffermandosi sul suo passato al Milan e non solo. Ecco, quindi, le sue dichiarazioni.
Su Balotelli: "Io amo Balotelli, per me poteva vincere tre volte il Pallone d’Oro. Aveva bisogno di uno come me ogni giorno o di persone che lo mettessero nella direzione giusta. Lui o Leao? Leao è fortissimo, Mario però era di un altro livello, era un fenomeno. Lui ha fatto vedere cosa poteva fare, ho giocato con lui e ho visto cosa riesce a fare quando è serio. Lo sappiamo tutti quello che poteva fare, poi non tutti riescono a giocare per tanti anni ai massimi livelli, ma per me, quando era al top, era nei cinque migliori attaccanti nel mondo. L’unico che si avvicinava alle qualità di Ibrahimovic era proprio Mario. Quando Ibra calciava non aveva rivali, ma Balotelli gli si avvicinava".
Su Allegri: "Quando c’erano le riunioni tecniche ai tempi del Milan con Allegri ci faceva ridere come parlava perché a volte non finiva le frasi. Alla Juventus non ha più i campioni di una volta, ma secondo me sta facendo un grande lavoro e lotteranno per lo scudetto. Non giocano la Champions e lui è incredibile come riesca a rimanere sempre calmo ed equilibrato anche nelle difficoltà. A me piace perché è molto elegante, serio e discreto. Nel calcio è così: più sei in alto e più ti insultano. Con lui non ci sono problemi, non si litiga e riesce sempre a incastrare tutto nel posto giusto. Anche se non gioca bene alla fine sta portando i risultati ed è quello che conta"
Sugli ultimi anni al Milan: "Io sono arrivato al Milan che c’erano grandi campioni, poi dopo non avevano più le disponibilità economiche di una volta. Quando perdevamo era colpa mia, quando vincevamo non ero mai abbastanza, diciamo che ero diventato il giocatore più rappresentativo della squadra e avevo troppe responsabilità. Poi hanno preso Balotelli: la prima volta che l’ho visto era con Galliani ed era vestito largo e con le collane, con tutti i tifosi che lo fermavano… lì mi sono detto che era il momento di andarmene". LEGGI ANCHE: "Anche il Milan voleva Udogie, ma...": le rivelazione di mercato >>>
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