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Borriello: “Giocavo nel Milan più forte degli ultimi 40 anni. Berlusconi …”

Marco Borriello Milan
Marco Borriello, ex attaccante del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista, ripercorrendo la sua carriera
Fabio Barera Redattore 

Marco Borriello, ex attaccante rossonero, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista a 'Radio Serie A', ripercorrendo la sua lunga carriera e parlando anche della parentesi al Milan. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Borriello: "Al Milan non era facile rimanere in panchina"

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Sul Milan: "Non sono stato la bandiera per le squadre in cui ho giocato. Cambiare quasi ogni anno club è impegnativo e non ti rende fedele agli occhi altrui, ma non è stata solo colpa mia. Sono stato di proprietà del Milan dai 15 anni ai 28 anni. Nel Milan più forte degli ultimi 40 anni che aveva in squadra dei giocatori eccezionali. Ritrovarsi a non giocare e a stare in panchina ferma la tua crescita e ti spinge a pensare di spostarti. Andavo in prestito un anno, facevo molto bene, mi richiamavano e di nuovo non giocavo".


"La stessa cosa è successa anche dai 28 ai 33 anni quando ero della Roma. Arrivai nella capitale con una proprietà e l'anno successivo cambiò e con questo cambio. Cambiarono anche le priorità e l'apporto tecnico. Finii di nuovo per andare in prestito ogni anno senza trovare una continuità. Ho avuto tanti compagni, e tra questi c'erano giocatori fortissimi da una parte e giocatori che dovevano guadagnarsi il posto da titolare per non retrocedere dall'altra".

"La mia carriera da nomade mi ha permesso di conoscere tanti allenatori e di visitare altrettante città e questo è stato un bagaglio impagabile che mi porto dietro anche ad oggi. Il mio è un viaggio che è iniziato a 14 anni a Granarolo Faentino, dove c’era un settore giovanile strutturato che prendeva i ragazzi di Napoli più talentosi e li faceva vivere in una casa con un tutore che ci seguiva e ci aiutava. A 15 anni poi mi acquistò il Milan".

Sulla Serie A: "A oggi i due attaccanti più forti che ci sono in Italia sono Lautaro e Zirkzee. Ho giocato al Milan nel periodo migliore, nell'arco delle tre finali di Champions. Berlusconi ha diretto un club unico, composto da un gruppo meraviglioso in un ambiente altrettanto bello. All’epoca era Presidente e Consiglio e quindi riusciva a seguire poco la squadra durante gli allenamenti, però quando eravamo in albergo veniva sempre a trovarci e per ognuno di noi aveva un aneddoto".

Su Gasperini: "Tra i migliori allenatori che ho avuto cito Gasperini che a livello tecnico mi ha lasciato tantissimo, è un maestro di calcio. Con lui sarei potuto diventare capocannoniere entro fine stagione, ma mentalmente mollai quando ad aprile firmai per il Milan. Conte è a parimerito con Gasperini: lui dal punto di vista tattico è impareggiabile. Non ho nessun brutto ricordo con gli allenatori che mi hanno seguito, anche con quelli con cui ho legato meno c’è sempre stato un ottimo rapporto di rispetto reciproco".

"Tra compagni capita che ci siano screzi, nello spogliatoio è normale, ma è proprio con quelli con cui sono andato alle mani che poi sono diventato davvero amico, anche fuori dallo spogliatoio. Io sono uno che non porta rancore anche perché in campo bisogna andare oltre e fare gioco di squadra sempre e con chiunque".

 

 

 

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