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Ariedo Braida, ex dirigente AC Milan (credits: GETTY images)
ULTIME NOTIZIE MILAN NEWS - Ariedo Braida, ex direttore sportivo del Milan, ha parlato al quotidiano "Libero" di alcuni argomenti d'attualità rossonera. Questa la sua intervista completa, tra Pioli, Ibrahimovic e Gattuso:
"I rossoneri hanno trovato la formula giusta e centrato grandi risultati. Rangnick è sicuramente bravo, ma Pioli meritava la conferma. La differenza l'ha fatta poi un campione vero come Ibra".
E proprio sul rinnovo di Ibrahimovic: "Finché ce la fa fisicamente, Ibra sarà sempre decisivo. E lo ha dimostrato nonostante a ottobre compirà 39 anni. Lo svedese è sempre stato un campione assoluto. Con gli anni è poi maturato nella leadership. Da ragazzo non aveva la piena consapevolezza delle sue qualità. Adesso invece ha raggiunto la totale maturità psicologa e tecnico-tattica, diventando un punto di riferimento per tutti. Compagni, tifosi e allenatore".
Un aneddoto su Zlatan?: "Ha una personalità molto forte e cerca di imporre a tutti la sua voglia di vincere. Sempre e comunque. Ha la cultura del successo e la trasmette in maniera fortissima ai compagni durante gli allenamenti. Proprio la sfrontatezza è uno dei suoi segreti: si sente al centro del mondo e trascina chi sta intorno a lui".
Il ritorno di Ariedo Braida al Milan: "Si è parlato, ma sono solo voci. Non c'è stato nulla di concreto. Mi piacerebbe tornare, il Milan è il Milan, ce l'ho nel cuore...".
"Gattuso è un grande uomo e non avevo dubbi che potesse fare benissimo anche sulla panchina del Napoli. Ha idee e personalità per reggere le pressioni di una piazza del genere. D'altronde parliamo di un professionista dallo spessore umano eccezionale, basti pensare al gesto di rinunciare a due anni di contratto purché i suoi collaboratori fossero pagati, quando lasciò il Milan. Da giocatore, poi, quante vittorie insieme...".
Sull'acquisto di Gattuso calciatore: "ll primo anno con Zaccheroni giocava poco ed era scontento, così un giorno lo presi da parte e gli dissi: 'Ragazzo, vedi che noi ti abbiamo preso per giocare 10 anni al Milan. I campioni sanno aspettare l'occasione giusta'. E fu così, perché da quel momento scattò in lui una consapevolezza diversa, che l'ha portato a essere uno dei centrocampisti più forti al mondo per un decennio".
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