Su cosa gli dà più soddisfazione, se fare un assist o segnare un gol: «E cosa cambia? Alla fine dell’azione, è sempre più uno per la mia squadra. Conta vincere, conta aiutare i compagni a farlo».
Sull'indossare la maglia numero 9 dell'Inter: «Non mi importa molto. Sa perché? Quando porti la maglia dell’Inter, sono i colori che pesano, non il numero. Anche se avessi scelto il 99, l’8 o il 7, sarebbe stato lo stesso: hai comunque una grande responsabilità addosso. Ho cambiato tanti numeri nella mia carriera, il 9 era libero e l’ho preso senza indugi».
Su quella volta che, in un'intervista, disse di voler diventare più forte di Romelu Lukaku: «Rispetto a quando parlai in quel modo sono cresciuto, come giocatore e come persona. Dico solo che io e Lukaku siamo differenti. Lo rispetto, ma io sono altro, siamo molto diversi».
Sulla sua prima volta da bambino a 'San Siro': «Era un Milan-Juventus, vinse la Juve con gol di David Trezeguet dopo una rovesciata di Alessandro Del Piero».
Sul tornare a giocare a 'San Siro' da protagonista: «Non vedo l’ora, è un pensiero fisso nella mia testa. 'San Siro' è uno degli stadi più belli del mondo, mitico per chiunque faccia il calciatore».
Su cosa gli ha raccontato papà Lilian Thuram della Serie A. «Che è cambiata molto rispetto a quando giocava lui in Italia. Ma mi ha spinto a scegliere questo campionato. Mi ha convinto spiegandomi: “È un Paese che vive per il calcio, ti troverai bene”. E infatti eccomi qui».
Sui consigli del padre decisivi per il suo approdo in nerazzurro: «Sì. Avevamo diverse opzioni in mano, le abbiamo valutate tutte. Lui mi ha consigliato l’Inter».
Sul motivo per cui Thuram ha scelto alla fine di sposare il progetto dell'Inter: «Mi ero già immaginato due anni fa di portare addosso questa maglia. E poi le racconto: l'Inter e i suoi dirigenti mi sono stati molto vicini anche dopo l'infortunio, mi hanno consolato. Questa cosa non l’ho dimenticata. E così ora è stato naturale scegliere loro. Avere la possibilità di ricominciare quello che il destino mi aveva tolto due anni fa: incredibile».
Sulla possibilità che ha avuto di andare al Milan e di un derby che per lui si preannuncia molto caldo: «Eh, i tifosi del Milan saranno arrabbiati con me ... Ma pazienza! Ognuno fa le sue scelte, io so perché l’ho fatto. Non sono preoccupato dei fischi che mi arriveranno. Tanto è un derby, sarebbero arrivati in ogni caso».
Sull'obiettivo dello Scudetto della seconda stella: «Lo Scudetto è il mio e il nostro obiettivo. Abbiamo quello in mente, lavoriamo tutti i giorni già da adesso per arrivarci, vogliamo essere felici alla fine della stagione».
Sul possibile arrivo di Yann Sommer, suo ex compagno di squadra al Borussia Mönchengladbach, in nerazzurro: «Spero che arrivi, lo aspetto, ma non parla mai ...».
Sul suo idolo di infanzia: «Adriano, il più completo più di tutti. Sapeva far qualsiasi cosa, è a lui che ho sempre guardato».
Su Ronaldo il Fenomeno: «Beh, ma a lui non posso neanche lontanamente pensare. Mio papà non dormiva tutta la settimana prima di affrontarlo, lo ricordo bene».
Sul fatto di non aver mai giocato con il 3-5-2: «Non è vero, qualche volta con il Borussia Mönchengladbach siamo scesi in campo con quel modulo. Quello di Simone Inzaghi comunque è differente. Devo capire bene come funziona, come tutti si muovono intorno a me».
Su Lautaro Martínez: «Mi ha sorpreso. Sapevo della sua qualità. Ma vederlo da vicino impressiona. È ancora più forte di quel che pensavo, è molto maturo, abbiamo la stessa età. Sono felice di giocare con lui».
Sulla promessa di fare più di 13 gol, suo record in carriera: «Lavoro per questo. Quando cominci una stagione, è sempre per far meglio rispetto al passato no?». Mercato Milan, la strategia di Furlani per agosto >>>
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