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De Maio: “Sono stato vicinissimo al Milan. Mi chiamò Galliani. Poi …”

Fabio Barera Redattore 
Sebastien De Maio, difensore del Mantova, ha rilasciato alcune dichiarazioni rivelando di essere stato ad un passo dal Milan

Sebastien De Maio, difensore del Mantova, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista a 'Chiamarsi Bomber', pagina 'Instagram' con grande seguito, rivelando di essere stato molto vicino al Milan. Ecco, dunque, le sue parole.

Mantova, De Maio rivela tutto: il Milan, Inzaghi, la chiamata di Galliani e Mihajlovic

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Sull'accostamento al Milan: "La squadra a cui sono stato davvero vicinissimo è stato il Milan, ero praticamente a un passo. A Gennaio 2016 si fece male Alex e il mio procuratore era stato contattato da Galliani ma bisognava aspettare l'esito degli accertamenti. Alla fine si trattava solo di una distorsione e non se ne fece più nulla. Sono cose della vita, evidentemente non era il momento giusto".

Su Sinisa Mihajlovic: "Non ho avuto l'onore di conoscerlo di persona perché andai via due giorni prima che arrivasse. Mi spiace molto di questo. A Bologna le cose erano iniziate molto bene, poi arrivò Pippo Inzaghi che fece altre scelte. Volevo giocare e accettai l'offerta dell'Udinese. Però ricordo che da Costa mi aveva consigliato di aspettare, l'avessi fatto mi sarei trovato con Mihajlovic che poi ha fatto benissimo".

Se è vero che Gasperini è un sergente di ferro: "Non è vero! Sì, fa lavorare tanto per inculcare il suo gioco che richiede un livello fisico al top. Gli allenamenti erano duri ma dopo le difficoltà iniziali ti abitui e ti dà una forza fisica e mentale incredibile. Poi lui è un tipo scherzoso che dà tanta libertà ai giocatori, non entra mai nello spogliatoio. Ha l'etichetta di essere serio ma non è così. Ricordo che dopo una bella partita contro il Chievo ci pagò la cena senza venire al ristorante per farci stare insieme tra compagni di squadra. Esternamente può apparire un sergente di ferro, ma dall'interno è diverso. Ricordo che arrivò a ottobre 2014 e fino a gennaio non avevo mai giocato, mi stava formando, poi all'improvviso mi disse 'è arrivato il tuo momento'".