Se gli chiedeva di passarla ai compagni: "Sì, ma è bello anche lasciare che i bambini sprigionino la loro fantasia, lasciandoli liberi di provare l’uno contro uno. Francesco prendeva la palla e andava dritto verso la porta. I compagni non dicevano nulla? No, perché i bambini sono contenti se vedono la palla finire in porta. Che poi sia uno o l’altro a mettercela, va bene uguale. Quell’anno le abbiamo vinte tutte tranne una, contro una squadra in cui c’era un bambino che poi pure è andato al Milan".
D'Amaro: "Vi racconto un aneddoto su Camarda e il suo ritorno da noi"
—Sul passaggio al Milan: "Un giorno arriva al campo un osservatore del Milan, Giovanni Vallelonga. Parla coi nostri dirigenti e con i genitori di Francesco. Dopo qualche giorno, Camarda non lo vedo più. Torna dopo tre o quattro mesi. ‘Che è successo?’, gli chiedo. Scopro che il suo istruttore al Milan lo aveva rimproverato vedendolo svogliato e distratto, e gli aveva detto: ‘se fai così, torna pure all’Afforese. E lui aveva risposto: va bene, ci torno. Capito, che personalità?".
Se per lui può diventare un campione: "Sì. Francesco è fatto per il calcio. Oltre ai piedi, ha pure la testa giusta. E gli farei respirare subito l’aria della prima squadra: allenarsi e andare in panchina lì, piuttosto che nell’U23, gli farebbe bene. Già in Primavera gioca tre anni sotto età, eppure fa la differenza. Inutile ritardare l’inserimento tra i grandi". LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan – Tomori via? Ibrahimovic pesca il sostituto dal Barcellona >>>
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