Sul legame: "Sono passati più di 10 anni ma conservo ancora il suo cartellino e l’ho fatto perché si vedeva che c’era qualcosa. Poi è andata com’è andata e sono felicissimo per lui. Abbiamo un bel rapporto con la famiglia, sento il padre spesso e abbiamo una relazione di amicizia. Nonostante sia passato del tempo il legame è rimasto".
Sulla sua qualità migliore: "Il tempismo, l'ha sempre avuto. Sembra che ce l’abbia innestato".
Su cosa può crescere: "Deve migliorare sulla timidezza a livello caratteriale, ma è una cosa che ha sempre avuto. Smorzando questa caratteristica credo che possa diventare un giocatore capace di fare la differenza".
Sulla differenza fra l'Italia ed altri paesi: "A mio parere sì. Ma so che se dovesse giocare una volta, e non segna, si parlerebbe di ‘montatura’ o altro. Il problema è il modo di lavorare nel settore giovanile italiano. Se a questi ragazzi non dai la possibilità, non puoi aspettare i 22-23 dove magari hai perso qualche anno di formazione e di esperienza allo stesso tempo".
Sulle alte aspettative: "Non me l’aspettavo, speravo che riuscisse ad arrivare perché voleva dire che non mi ero sbagliato, ma non pensavo a questi livelli. Sono felicissimo che stia facendo questo percorso".
Sull'errore da non commettere con lui: "Se l’aspettativa è quella che il ragazzo possa risolvere i problemi dell’attacco del Milan, si parte male. Non si deve pretendere che sia un attaccante fatto e gli va lasciato il tempo di crescere, magari inizialmente utilizzandolo per spezzoni di partita e aumentandone pian piano l'impiego. Se dovesse davvero giocare farebbe un salto di categoria clamoroso e bisogna lasciarlo andare senza mettergli troppa pressione. Si vuole il giocatore pronto, ma Camarda non è nemmeno un primavera". LEGGI ANCHE: Verso Milan-Fiorentina. Le parole alla vigilia di Stefano Pioli
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