INTERVISTE

Milan, Campeol: “De Ketelaere vede calcio che non capiamo noi mortali”

Fabio Barera Redattore 

Axel Campeol, ex giocatore del Milan Primavera, ha rilasciato una lunga intervista parlando anche di Charles De Ketalaere

L'ex giocatore del Milan Primavera Axel Campeol ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di 'Terzo Anello', toccando diversi temi interessanti, compreso quello relativo Charles De Ketelaere. Di seguito le sue parole.

Le parole di Axel Campeol

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Sul momento di rottura con il calcio: "Non saprei darti un momento di rottura preciso, sicuramente era una situazione che andava avanti già dall’anno in primavera al Milan quando da metà campionato in poi sono stato messo in disparte per motivazioni societarie, che ho accettato. Mi aveva dato speranza il mio trasferimento alla Sampdoria dove mi sono ripreso la mia rivincita, io mi sono salvato con la Samp mentre il Milan è andato in primavera 2, poi non è bello godere della disfatta degli altri, ma è stata una mia piccola rivincita nei confronti di chi non aveva creduto in me".

Su Jesús Suso: "Era ingiocabile. Lui mi faceva tunnel, aspettava che tornassi per ripressarlo e mi rifaceva tunnel, lo odiavo. Una volta gliel’ho presa, lui ha iniziato a corrermi dietro e ho cominciato a scappare. Un altro che mi aveva impressionato era André Silva, che non capisco perché non abbia funzionato, però aveva delle doti mostruose. Una macchina".

Su Charles De Ketelaere: "In parte ho paura sia quello che sta succedendo ora a Charles, lui lo conosco perchè ci ho giocato contro in Nazionale. Lui giocava due anni sotto età. Vede calcio che io e te e i comuni mortali non capiamo. E infatti sono d’accordo con quello che sta facendo la società di dargli fiducia e aspettarlo. Tutto questo accanimento contro un giovane che viene da una realtà completamente diversa non la capisco".


Sugli allenamenti in prima squadra con Gattuso: "È stata la mia salvezza, perchè in primavera quasi non mi volevano più far allenare e quindi mi chiamava lui su per allenarmi. Gli allenamenti erano ad un ritmo completamente diverso, ma era un ritmo a cui potevi andare se arrivavi da una prestagione fatta con Gattuso. Mi ricordo con Gigio Donnarumma, quando giocava, che un giorno gli feci gol di destro, a culo, sotto l’incrocio. Non l’avessi mai fatto. Ho preso un sacco di sfottò da Gigio, da Ale Romagnoli, perchè avevo zappato e la palla era finita sotto l’incrocio. Ma con Rino il clima era quello, ti guardava con gli stessi occhi con cui ti aveva conosciuto. E il fatto che fossi un ragazzino non significava che dovesse farti vedere in modo diverso quando andavi in prima".

Sull'interesse che ha conservato per il calcio: "Seguo ancora, ho avuto un periodo di rigetto dopo aver smesso. Da quando ho ricominciato a guardare me lo gusto di più e sono ancora più tifoso. Del Milan, del resto non me ne frega quasi niente".

Sul tifo per il Milan: "Sempre, fede familiare. Gli anni di giovanili sono stati il sogno di una vita. Adesso non ti so dire se il mio sogno o il sogno di qualcun altro, però è stato un percorso meraviglioso che mi porterò dentro. Ho incontrato persone meravigliose che se oggi mi dicessero di avere bisogno sarei pronto a correre ad aiutarli". Milan, fissato il prezzo per l'obiettivo di mercato >>>