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Capello: “Italia, dimentica gli Europei. A novembre ci qualificheremo”

L'intervista di Fabio Capello (ex allenatore AC Milan) sull'Italia di Roberto Mancini | News (Getty Images)

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha fatto il punto della situazione sull'Italia di Roberto Mancini dopo il pareggio 0-0 in Svizzera

Daniele Triolo

Fabio Capello, ex allenatore del Milan ed un tempo Commissario Tecnico di Inghilterra e Russia, ha parlato dell'Italia di Roberto Mancini, alla luce del pareggio (0-0) di ieri sera in Svizzera, in esclusiva per 'gazzetta.it'.

"Inutile nasconderlo, la condizione fisica della Nazionale, a fine estate, non può essere mai quella che si ha nei momenti più caldi della stagione. Ancor di più quando il paragone che viene naturale è quello con la scintillante Italia che ha vinto l’Europeo appena un paio di mesi fa. Detto questo, contro una Svizzera che, nella maggior parte dei suoi giocatori, ha più partite nelle gambe, gli azzurri avrebbero senz’altro meritato di vincere".

"Il computo delle occasioni, infatti, è stato nettamente a nostro vantaggio. Sommer spesso si è superato, mentre Donnarumma non ha mai dovuto fare interventi difficili - ha proseguito Capello nella sua disamina di Svizzera-Italia -. Gli elvetici sono partiti forte. Proprio il loro pressing alto, all’inizio, non ci ha consentito di fare quei cambi di gioco rapidi che chiedeva Roberto Mancini. Il commissario tecnico azzurro, però, è stato bravo a leggere subito bene la partita, chiedendo a Immobile, Insigne e Berardi di cercare la profondità. Anche perché in difesa i padroni di casa sono apparsi un po’ lenti e macchinosi".

"A differenza di quanto ha scelto la Bulgaria pochi giorni fa, col fatto che giocava in casa, la squadra di Yakin non ha pensato solo a difendersi. Quindi, negli spazi, diverse volte siamo riusciti a essere pericolosi - ha incalzato Capello -. Solo nel primo tempo, infatti, Sommer ha dovuto fare tre belle parate. In una delle quali, quella propiziata da un servizio in profondità di Locatelli per Berardi, i due azzurri hanno confermato tutto il feeling messo in vetrina già all’Europeo. Quando siamo un po’ calati dal punto di vista fisico, però, anche la Svizzera si è fatta pericolosa, soprattutto con i cross in area".

"Per fortuna che dal punto di vista della qualità stavolta gli avversari non ne avevano molta. Anche perché mancavano pedine importanti come Xhaka, Freuler, Embolo, Gavranovic e Shaqiri - il commento di Capello su Svizzera-Italia -. La modesta qualità, poi, si è vista anche nell’azione che ha portato al fallo da rigore di Rodriguez su Berardi. Peccato che poi uno specialista come Jorginho non sia riuscito a battere Sommer. Che peraltro anche all’Europeo ha dimostrato quanto sia bravo a “leggere” i tiri dal dischetto, parando la conclusione di Mbappé che ha portato all’eliminazione della Francia".

"Se fossimo passati in vantaggio, a quel punto sono convinto che sarebbe cominciata un’altra partita. Di sicuro più favorevole per gli azzurri - la tesi dell'allenatore friulano -. La Svizzera, d’altronde, avrebbe dovuto attaccare con più uomini per cercare di recuperare. L’Italia, con gli spazi che si sarebbero inevitabilmente creati, avrebbe potuto rendersi molto pericolosa. Come dato tecnico, c’è da notare poi come Mancini nella ripresa abbia scelto di rinunciare al centravanti di ruolo per utilizzare come punta centrale, a turno, i nuovi entrati Zaniolo e Chiesa, insieme a Insigne".

"Il C.T. lo aveva fatto anche durante l’Europeo e devo dire che, come in quell’occasione, la scelta non mi ha convinto del tutto. Ma è l’allenatore che lavora con i giocatori e ne conosce al meglio la condizione, quindi la decisione di Mancini non è sindacabile. Nel finale, poi, la pressione degli avversari ci ha portato a sbagliare tanti passaggi, e questo alla fine ci ha penalizzato, facendoci rischiare anche qualcosa nel finale".

In ogni caso, sarebbe sbagliato fare drammi, anche perché il record delle 36 partite consecutive senza sconfitte è da applausi -ha continuato Capello -. Contro la Svizzera, appunto, a fare la differenza è stata principalmente la condizione fisica. Se all’Europeo, dopo due stagioni consecutive giocate quasi senza interruzioni, sapevo che le nazionali erano tutte allo stesso livello di stanchezza, adesso le differenze si vedono e si sentono, perché chi ha cominciato prima è più allenato".

"Sono convinto che la sfida di novembre all’Olimpico contro gli elvetici sarà quella decisiva per la vittoria del girone. Ma fra due mesi avremo tutto un altro stato di forma e il gap di qualità a nostro favore si vedrà in modo ancora più chiaro. Una cosa però occorre sottolinearla. Fa bene Mancini quando dice che gli azzurri devono dimenticare l’Europeo e tutto quello che di buono hanno fatto", ancora l'ex allenatore del Milan.

"Da ora in poi tutti gli avversari contro di noi giocheranno ancora più decisi, perché saremo sempre la nazionale da battere. Ma questa Italia, quando sarà a pieno regime, ha tutte le qualità che occorrono per continuare a brillare", la chiosa di Capello. Milan, ha parlato Nesta: tutte le sue convinzioni sui rossoneri di Pioli >>>

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