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L'intervista di Fabio Capello (ex allenatore AC Milan) a 'La Gazzetta dello Sport' sui rossoneri | Milan News (Getty Images)
Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco le sue dichiarazioni sui rossoneri vincitori del 19° Scudetto.
Sulla festa per la vittoria del tricolore: «Non avevo mai visto niente di simile a quanto accaduto in questi giorni. Le migliaia di persone in strada, Piazza Duomo gremita, una festa straordinaria. L’attesa è stata finalmente ripagata: è stato un tributo giusto e meritato per quanto fatto durante tutta la stagione».
Sulla dote principale di Stefano Pioli: «La capacità di trasmettere alla squadra la voglia di migliorarsi e la convinzione nel poterlo fare davvero. Ha costruito una base solida nella stagione precedente e da lì ha preteso di continuare a crescere e si è fatto seguire. Nell’ultimo periodo ho visto una squadra matura, forte, che aveva più voglia di vincere delle altre. Pioli è stato un grande psicologo perché prima di questa serie di vittorie c’erano stati momenti di difficoltà: lui ha saputo intervenire sul gioco quanto sulla testa. Gli è stato assegnato il Premio Bulgarelli, di cui sono Presidente di giuria: avevo suggerito tre mesi fa di dargli questo riconoscimento».
Capello sulle possibilità che ha il Milan di tornare ai vertici in Europa: «Quella è una cima molto più ardua da raggiungere, la scalata si fa decisamente più difficile. La concorrenza è ricca e agguerrita, riesce ad arrivare per prima sui grandi giocatori che fanno la differenza. Questo Milan ha una visione strategica diversa, guarda al futuro più che al presente. Per competere in Europa occorre invece guardare all’oggi, prendere giocatori pronti subito».
Sulla vetta europea irraggiungibile: «No, una soluzione c’è. Questo è un gruppo interessante, può diventare una mina vagante se la dirigenza riesce a indovinare almeno altri tre acquisti di spessore. Lo hanno già fatto».
Sul mercato fatto dal Milan negli ultimi anni: «Pierre Kalulu è una rivelazione, è concentrato, attento, perfettamente calato in un ruolo che all’inizio non era il suo. Ha fatto un salto di qualità incredibile. Theo Hernández e Rafael Leão sono autori di giocate di altissimo livello, valgono il prezzo del biglietto. La facilità di corsa e la delicatezza nel tocco di palla di Leão sono uniche, nessuno aveva una combinazione simile tra i grandi campioni che ho allenato. Sembra danzare, è il Roberto Bolle del calcio. Fa cose difficili apparentemente con semplicità, senza sforzo. Mentre lui va via, gli avversari sembrano immobili. E poi, ovviamente, Sandro Tonali: la massima espressione della maturità raggiunta dalla squadra. Lo avevo apprezzato al Brescia, mi congratulai con Paolo Maldini quando lo presero: si era perso e si è ritrovato, così ha dimostrato qualità e caparbietà».
Su Zlatan Ibrahimović: «Nessuno ha la sua stessa convinzione. Di migliorarsi, come al tempo in cui lo conobbi io, e di vincere. Una voglia che lo contraddistingue ancora oggi, resta un leader tecnico e carismatico. Ibra è ritornato in un Milan in difficoltà e lo ha riportato al vertice, trasmettendo la sua mentalità. Sul futuro dipende solo da lui, dalle sue condizioni fisiche: su questo nessuno può dargli consigli».
Sul successo di Maldini nel ruolo di dirigente: «Un ruolo difficile in cui ammetto che mi ha sorpreso. La stessa sorpresa di quando Nils Liedholm lo convocò per la prima volta: Paolo era poco più che un ragazzino e io non lo ritenevo ancora pronto per giocare con i grandi. Con la stessa velocità con cui ha trovato spazio in prima squadra da giocatore, oggi si è calato nei panni del dirigente. È un ruolo diverso, in cui oltre alle competenze e alle capacità di analisi ci vuole esperienza. Lui ha fatto tutto molto in fretta, anche in questo caso è riuscito ad arrivare ai massimi livelli in pochissimo tempo».
Sull'elemento che unisce il suo Milan al gruppo odierno: «L’unione che vedevo in campo allora e che ritrovo oggi è effettivamente la stessa. La voglia di stare insieme si nota sul campo, la determinazione e il sacrificio che ognuno è disposto a fare in favore del compagno. E anche la voglia di emergere, il volere a tutti i costi la vittoria, andando oltre le critiche che in passato ci sono state. Sono stati superiori a tutto. Hanno reagito ai momenti negativi da grande squadra. E oggi ne raccolgono i risultati. Bravi». Milan, il sogno di Maldini e Massara per la destra. Le ultime news di mercato >>>
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