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Asmir Begovic, portiere del Milan (credits: acmilan.com)
MILAN NEWS - Tuttosport, in edicola questa mattina, ha riportato le dichiarazioni che Asmir Begovic, portiere del Milan, ha rilasciato al quotidiano inglese The Times: "Milano è una città orgogliosa. Dal giorno in cui sono arrivato, ho potuto vedere quanto è unita la comunità. Le persone vogliono tornare al lavoro ed essere orgogliose della loro comunità. Anche noi, come giocatori del Milan, ne facciamo parte. Si tratta di rimettere in piedi l'intero paese, passo dopo passo. Se possiamo giocare una parte in questo, ovviamente va benissimo, ma sappiamo che prima vengono la salute e la sicurezza".
Sulla quarantena: "Ci hanno detto di tornare qui il 20 aprile per fare i 14 giorni di quarantena. La città è morta, è tutto chiuso e tutto quello che puoi fare è andare al supermercato. Non ho avuto contatti con nessuno. Sono rimasto confinato nel mio appartamento negli ultimi 12 giorni. Ora alcune cose cambieranno, alcune regole di blocco sono state un po' alleggerite".
Sulla ripresa: "Ci fidiamo dei dirigenti del club e del governo. Faremo il nostro lavoro come e quando ci diranno. Ci piacerebbe provare a finire la stagione se è possibile farlo in un ambiente sano e sicuro. È solo un gioco d'attesa".
Su Milan-Genoa: "Per noi è stato uno svantaggio perché di solito abbiamo alle spalle 70000 persone. Noi beneficiamo molto dal supporto dei nostri tifosi. Ci eravamo allenati nello stadio senza tifosi giocando una partitella tra di noi, ma non è mai come una partita vera. Era complicato e ci sarebbe voluto un po' di tempo per abituarsi".
Sugli avversari più grandi: "Ho avuto la possibilità di giocare contro i più grandi: Ronaldo, Messi, Aguero e Ibrahimovic. Il migliore? Dico Cristiano Ronaldo". Intanto il Milan vuole una risposta da Rangnick, continua a leggere >>>
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