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Coronavirus, Weah: “Prego per l’Italia. Questo male colpisce tutti”

Salvatore Cantone

George Weah, ex attaccante del Milan, ha rilasciato un'intervista alla "Gazzetta dello Sport" ha parlato dell'emergenza coronavirus

NEWS MILAN - George Weah, presidente della Liberia e ex attaccante del Milan, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Al momento qui in Liberia abbiamo solo tre casi e ancora prima che fosse trovato il primo positivo eravamo partiti con le misure preventive, soprattutto in tema di controlli all’aeroporto. Il primo caso l’abbiamo scoperto qualche giorno fa e stiamo cercando in tutti i modi di confinare il contagio. Il virus è arrivato da fuori (un funzionario liberiano che tornava da una missione a Bruxelles, ndr) e abbiamo rintracciato tutte le persone che sono state in contatto con lui. Alla Sanità stanno facendo un grande sforzo, e da parte del governo c’è stata una reazione immediata: la popolazione avvisata, i servizi evangelici ridotti, l’imposizione di una distanza di sicurezza di un metro nelle aree di aggregazione sociale, la capienza dei ristoranti ridotta per aumentare la distanza tra i clienti. E stiamo insistendo tantissimo nei messaggi alla nazione sull’importanza dell’igiene, in primis del lavaggio frequente delle mani".

Avete già chiesto o imposto alla gente di stare a casa?

"La nostra situazione è complessa. Dobbiamo prevenire, e per questo stiamo tracciando tutti coloro che possono essere entrati in contatto col primo caso ma dobbiamo fare attenzione perché non possiamo distruggere l’economia del Paese. E non vogliamo che la gente entri nel panico, perché poi commette degli errori".

È preoccupato per le sorti dell’Africa?

«Questo virus è pericoloso per il mondo intero, e lo è ancor di più per l’Africa. Stanno soffrendo i paesi che hanno aiutato l’Africa ai tempi dell’ebola, non oso pensare all’idea che il coronavirus possa estendersi su tutto il territorio africano. Dobbiamo fermarlo assolutamente per salvare un gran numero di vite umane, e questo stiamo cercando di fare. Ma sono preoccupato. Voglio prendere le decisioni giuste per salvare la mia gente. Se il virus si diffonde in Africa con la stessa violenza con la quale ha attaccato l’Europa qui avremo un problema molto molto serio».

Ha parlato con Paolo Maldini?

"Ancora no. L’ho saputo ieri, ho visto le loro foto e le ho condivise. Sono molto triste. Il mio pensiero e il mio affetto più sincero vanno a lui e tutte le famiglie delle tante persone colpite dal virus o che hanno perso persone care. Spero che Paolo e Daniel possano curarsi rapidamente. Sono tante le squadre di calcio che hanno problemi, ma questo è un aspetto marginale: la grande preoccupazione per me è legata al fatto che nessuno sa che cosa stiamo affrontando".

Il calcio da voi è aperto?

"La federazione ha chiuso tutto fino a data da destinarsi. Saranno le autorità mediche a stabilire quando si potrà tornare a giocare".

Altri amici o familiari colpiti?

"Finora no. Soltanto Paolo. Mio figlio è in Francia in quarantena ed è la cosa migliore che possa fare. Ma quello che sta succedendo in Italia mi sta colpendo profondamente, vedere tutte quelle persone che muoiono giorno dopo giorno è una cosa che m’intristisce tanto. Qui siamo tutti religiosi e prego per il bene del vostro Paese, siete sempre nel mio cuore". Intanto Paolo Maldini ha espresso la sua idea sulla ripresa della Serie A dopo che l'emergenza coronavirus sarà finita, continua a leggere >>>

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