Diogo Dalot, calciatore del Milan, in prestito dal Manchester United, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Dalot, impegnato con il Portogallo Under 21, affronterà l'Italia nei quarti dell'Europeo di categoria. Ecco cosa ha detto: "Pronti al Triplete? Sarebbe un bel segnale per il nostro calcio. Per me è un piacere far parte di questa generazione, anche se ora ce ne sono almeno tre o quattro rappresentate. Un bel mix".
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Dalot: “E’ stato un piacere giocare nel Milan. Sul futuro…” | News
Diogo Dalot, calciatore del Milan, in prestito dal Manchester United, ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport
Gol decisivo nella finale con l’Under 17, assente nel successo dell’Under 19.
«Era l’estate del 2018, quella del mio passaggio al Manchester United. Mi infortunai al ginocchio a fine aprile e fui costretto ad operarmi al menisco. Ricordo di aver tifato a distanza, anche in finale contro gli azzurri».
Per qualche azzurro sarà una specie di rivincita.
«In finale nel 2018 ricordo che c’erano Scamacca e Pinamonti... Contro Pinamonti gioco praticamente da quando abbiamo quindici anni!».
Non ci sarà Gabbia, suo compagno di squadra al Milan.
«Che peccato! Abbiamo parlato di questa partita nei quarti ogni singolo giorno da quando ci siamo ritrovati dopo la fase a gruppi. Questo 31 maggio è stato un argomento fisso nel nostro spogliatoio: io e Rafael Leao contro Matteo e Tonali. Loro però avevano sempre il supporto degli altri italiani...».
Cosa sente di aver imparato in questo anno di Serie A?
«Mi piace diventare sempre più completo. Gli italiani adorano il calcio, ne parlano sempre e essere parte di questa cultura è stata un’esperienza fantastica. E sul campo sento di essere migliorato molto tatticamente».
Tatticamente spesso è sinonimo di difensivamente...
«Alcuni aspetti difensivi li ho imparati qui ed è stato fantastico sviluppare anche queste qualità. Ma non solo: in attacco come andare in pressione alta, il recupero palla il prima possibile... Tutto molto utile».
Quante volte ha sentito «marcature preventive»?
«Oh, molte. E poi “stringi”, “scappa”. Ho imparato molte parole e molti concetti nuovi».
E Pioli cosa le ha insegnato?
«Che la squadra deve essere concentrata per tutti i novanta minuti e consapevole di ogni singolo aspetto della partita, di ciò che sta succedendo. E la convinzione che tutto quello che prepari in allenamento lo ritroverai in partita, che andrà esattamente così».
Come raggiungere la Champions.
«Il nostro obiettivo fin dall’inizio. Vero che a un certo punto abbiamo pensato pure allo scudetto, ma l’importante era entrare in Champions. E siamo molto felici di esserci riusciti».
Purtroppo non ha visto San Siro pieno.
«La cosa peggiore della stagione: giocare senza tifosi. Prima del derby e prima dell’Atalanta, a Milanello abbiamo avuto un assaggio di quel che ci possono dare. San Siro pieno è una cosa dell’altro mondo».
Fa ancora in tempo a vederlo, nella prossima stagione...
«Dico che ho passato un anno fantastico e ho incontrato bellissima gente. È stato un vero piacere giocare nel Milan ma ora penso all’Europeo e davvero non so cosa succederà». Intanto ecco la nostra intervista esclusiva al giornalista francese, che ci svela tutti i segreti di Maignan e non solo.
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