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L’ex allenatore: “Camarda può diventare una bandiera del Milan”

Fabio Barera Redattore 

Massimo D'Amaro, primo allenatore di Francesco Camarda, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull'attaccante del Milan Primavera

Massimo D'Amaro, primo allenatore di Francesco Camarda ai tempi dell'Afforese, ha rilasciato una lunga intervista a 'calciomercato.com' parlando dell'attaccante del Milan Primavera. Ecco, quindi, tutte le sue parole.

D'Amaro: "Mettevo Camarda in porta. Lui scartava tutti e segnava"

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"Ho sempre creduto in lui, tanto da conservarmi il suo primo cartellino. Io penso che in un altro Paese avrebbe già esordito. Non bisogna aspettarsi che risolva la partita, ma gli va dato spazio".

C'è il rischio di montarsi un po' la testa? "Non è un ragazzo che corre questo rischio, ha la testa sulle spalle e sa quello che sta facendo. Conosco anche i genitori, sono fantastici. E so che sono molto attenti alla sua crescita".

Prima la scuola e poi il calcio? "Sì, assolutamente. Gliel'hanno sempre detto. Inoltre, noi a metà anno ci facciamo dare dai bambini la pagella per vedere l’andamento; e Francesco aveva giudizi ottimi”.


Che ricordi hai di quel periodo? "Dopo gli allenamenti mi fermavo da solo con lui per farlo lavorare su alcuni esercizi, si vedeva che era già più avanti degli altri. Anche come altezza, aveva 15/20 cm in più dei suoi coetanei".

Come si fa a quell'età a capire se un ragazzo farà strada o meno? "E' chiaro che la fortuna ha la sua importanza, ma Francesco ha sempre avuto l'istinto del gol. Faceva il movimento corretto per anticipare il pallone, e anche quando lo mettevo in porta riusciva a fare gol".

Spiegaci: "Il mio obiettivo è far divertire i bambini e farli ruotare per farli crescere in ogni ruolo, così dopo che Francesco aveva segnato 4/5 gol lo toglievo o lo mettevo in porta per evitare che facesse tutto lui. E anche quando era tra i pali, se non sapeva a chi passarla metteva il pallone per terra, saltava tutti e segnava".

Ma lui aveva già le idee chiare sul suo futuro? "Lo vedi subito quando un bambino è lì solo per divertirsi, se mandato dai genitori o perché è determinato a continuare il percorso. E lui era sempre lì, anche durante gli allenamenti del cugino".

Hai visto il gol in rovesciata contro il Psg in Youth League? "Certo, mi hanno mandato il video quasi in diretta. E mi sono ricordato che anche quando era con me provava cose che altri non facevano. Dico sempre a tutti, ragazzi e genitori, che se il bambino vuole fare la rovesciata è giusto che la provi. E Camarda ne faceva tante. Nel momento in cui si dice a un bambino di non farla lui non la proverà più. Francesco invece quando arrivava un pallone alto tentava anche i colpi di testa, una cosa insolita per un bambino".

La qualità migliore in campo? "Ha sempre il tempismo corretto, è al posto giusto al momento giusto. E una grande determinazione, vi racconto un aneddoto".

Dicci: "A 6 anni ha iniziato ad allenarsi con il Milan, dopo un mese aveva avuto un po' di timore e ha detto all'allenatore che sarebbe tornato da noi. Così è stato. Ma poi si è convinto ad andare di nuovo in rossonero e ha iniziato la sua avventura".

Il difetto sul quale lavorare? "Paga un po' di timidezza, ma giocando sotto età ci può stare. Gli servirebbe più cattiveria agonistica".

Può diventare una bandiera del Milan o prima o poi andrà via anche lui? "E' sempre stato legato al Milan, se lo fanno giocare e gli danno fiducia può diventare davvero una bandiera. Ma se non trova spazio c'è il rischio che possa andare via". LEGGI ANCHE: Milan-Fiorentina, le probabili formazioni: Jovic titolare in attacco >>>


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