Sugli scontri diretti: "Speriamo di sì in senso positivo. Anche se veniamo da partite fatte bene come l’ultima contro la Roma. Confidiamo di continuare così e di trovare quella scintilla che ci manca. In A ogni gara è da 1x2, non c’è una squadra cuscinetto e si può fare punti con tutti".
Su sé stesso: "Ho acquisito più consapevolezza dei miei mezzi. Questo mi fa rendere di più. L’esperienza mi aiuta a bloccare il tempo, a riflettere su quello che è più giusto fare per il mio bene. Autocritico? Forse anche troppo. Cosa mi chiedo? Di non fermarmi, non voglio sedermi. Più timido o riservato? Un po’ entrambe le cose, ma non si tratta né di maleducazione né tantomeno di disinteresse".
Sui suoi obiettivi: "Se il Monza si salvasse, magari in anticipo, e se andassi in doppia cifra di gol o di assist... o anche combinati".
Sulla Nazionale: "Avevo una serie di emozioni che è difficile da descrivere. È bello stare lì, a Coverciano, e vestire la maglia azzurra. Lavoro per tornarci e restarci. La prima convocazione è stata un punto di partenza, ora si pensa ad arrivare più in alto possibile. La chiamata? È stata inaspettata. La notizia me l’ha data Adriano Galliani, era felicissimo anche lui e mi ha detto che per la prima volta tre giocatori della stessa famiglia avrebbero vestito la maglia azzurra".
Sulla sua famiglia: "Nonno Cesare? Sarebbe stato felice per me. E papà Paolo cosa mi ha detto? Non servono parole, ci capiamo con uno sguardo".
Sul suo modello: "Mi piace moltissimo Musiala del Bayern Monaco".
Sul significato del calcio: "È stare bene, è essere felice. E’ condividere con i compagni una passione che è diventata lavoro. Siamo dei privilegiati e a volte non ce ne rendiamo conto". LEGGI ANCHE: Milan, Baresi a tutto tondo: Fonseca, Sacchi e Berlusconi. Poi 'tira le orecchie' a Theo e Leao >>>
© RIPRODUZIONE RISERVATA