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22 ottobre 2016, Milan-Juventus 1-0: l'esultanza di Manuel Locatelli per il suo gol (credits: GETTY Images)
L'ex centrocampista del MilanWalter De Vecchi, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport, ha parlato del suo periodo in rossonero. Ecco un estratto del suo pezzo tra lo Scudetto e il suo periodo da allenatore ricordando Locatelli.
Sul Milan della prima stella: "Merito di Liedholm e delle sue intuizioni. Era un bel mix tra giovani e veterani. Io avevo ventiquattro anni, con me c’erano Buriani, Novellino, Antonelli, Collovati. I saggi erano Albertosi, Bet, Bigon, Capello e ovviamente Rivera, alla sua ultima stagione. Capello era già un allenatore, ti insegnava la postura e la posizione in campo. Da Gianni non potevi imparare niente: era Rivera, ne nasce uno ogni cinquant’anni così. Terzino sinistro era Aldo Maldera, tirava cannonate alla Roberto Carlos. Quell’anno segnò 9 gol. Il centravanti era Stefano Chiodi, apriva gli spazi per gli inserimenti di Bigon, che fu il cannoniere con 12 gol. E poi c’era il fenomeno, Franco Baresi...".
Sulla carriera da allenatore: "La divido in due parti. Gli anni spesi nel settore giovanile del Milan, dove tuttora lavoro come coordinatore tecnico. E quelli con i club di B e C. Mi sono sbattuto tantissimo, ma sono onesto: non ho avuto grandi risultati. Sono spesso capitato in club sbagliati, ma è stata anche colpa mia: lavoro meglio con i ragazzi. Qualcosa ho seminato. Al Milan ho tirato su la covata del ’79, De Zerbi, Maccarone, Corrent, Daino, Notari, Comazzi; quella del ’92 con Verdi e De Sciglio e quella del ’98, con Manuel Locatelli: che errore farselo scappare".
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