Alessandro Del Piero, ex attaccante della Juventus e della Nazionale Italiana, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco le sue dichiarazioni.
INTERVISTE
Del Piero: “Milan in Champions? Con Leao e De Ketelaere ha qualcosa in più”
Su PSG-Juventus dei suoi tempi: "Ricordo che mi sembrava di volare: era un periodo in cui mi veniva tutto facile e quella era una Juve straordinaria, che forse allora non era percepita come è stata davvero, cioè dominante in Europa".
Del Piero sulla Champions League 2022-2023: "Questa coppa la sogni da bambino. È il massimo. Le partite di Champions sono sempre credibili. Abbiamo già un mese di campionato alle spalle. Le italiane ricordino che si può fare bene pure con una rosa meno forte delle grandi europee, come il Villarreal un anno fa".
Su una possibile sconfitta della Juventus a Parigi: "Non sarebbe un dramma. Però una prestazione negativa sarebbe una brutta botta, perché la Juve arriva da prestazioni poco brillanti. E questo può incidere, alla luce delle aspettative".
Del Piero sulla sua idea della Juventus: "È una squadra forte, molto forte. Lo sarebbe di più con Federico Chiesa e Paul Pogba e non appena sarà inserito Leandro Paredes. Ma ancora quella Juve non l’abbiamo vista. A livello europeo la squadra non è in pole position e forse neppure in seconda fila, ma le ambizioni sono giustificate e quasi obbligatorie con un gruppo così".
Su Massimiliano Allegri: "C’è un codice di comunicazione differente: quello che si dice alla squadra e quello che si dice fuori, anche se non bisogna prendere in giro la gente. Nel caso di Allegri, peraltro, c’è anche un gusto personale nell’affermare la propria idea di calcio, in contrapposizione alla ricerca del gusto estetico. Detto questo, non credo affatto che sia soddisfatto di quanto fatto a Firenze".
Sulle parole di Allegri che dice che conta di più la sfida contro il Benfica rispetto a quella contro il PSG: "Penso volesse togliere pressione alla squadra. Ma non avrei corso il rischio di essere male interpretato. La Juve è la Juve, anche a Parigi".
Sui giocatori della Juventus che sembra non si divertano: "Faccio un passo indietro. La Juve è in difficoltà da questo punto di vista e non da oggi. Lo è stata con Maurizio Sarri, pur vincendo lo Scudetto, lo era con Andrea Pirlo e lo è con Allegri. Non posso pensare che i giocatori risentano della situazione, i giocatori sono protagonisti, la possono e la devono cambiare. Non sono gli unici responsabili, ma non possono aspettare che succeda qualcosa o che arrivi qualcuno a salvarli. Oggi c’è tutto per fare bene, in Italia e anche in Europa".
Del Piero sull'obiettivo minimo per le italiane in Champions League: "Gli ottavi, poi gli obiettivi si dovranno tarare dopo i sorteggi».
Sul Milan come la nostra squadra più europea: «A me l’anno scorso è piaciuto, nonostante l’eliminazione. Ora ha qualcosa in più, ad esempio Rafael Leao e Charles De Ketelaere visti nel derby possono essere determinanti anche in Champions".
Sull'Inter che deve ritrovare la quadratura difensiva: "In Europa certamente. Ma aggiungo anche il miglior Lukaku, appena rientrerà dall’infortunio. Deve dimostrare il suo valore in Champions: è fondamentale la super coppia con Lautaro".
Sul Napoli che ha perso Kalidou Koulibaly e Lorenzo Insigne: "Credo proprio che il Napoli sia più forte. Ammiro il lavoro di Spalletti che ha affrontato la ricostruzione con spirito costruttivo: mentalità da grande squadra. E poi occhio a Kvicha Kvaratskhelia, imprevedibile e talentuoso, sembra fatto per giocare in Europa".
Su Pep Guardiola che ha voluto Erling Haaland al Manchester City: "Guardiola si rinnova, ogni anno, anche nel corso della stagione. È questa la sua forza. Mentre tenti di imitarlo, lui è già avanti. Sa quanto contano i giocatori. E ha preso un numero uno".
Su Karim Benzema diventato leader del Real Madrid una volta andato via CR7: "Si sente il leader, il capitano, il giocatore determinante. Non è solo una questione di testa, ma anche di posizione. E Carlo Ancelotti è stato bravo a metterlo al centro della sua seconda era Real”.
Del Piero sul segreto di Ancelotti: "In un certo senso lo stesso di Guardiola. È sempre avanti. E ha una capacità unica di far sentire bene i giocatori. Ti tratta da adulto, ma al contempo è anche una sorta di padre. Lo devi rispettare, ma capisci che è sempre dalla tua parte. E poi è una persona perbene: in un mondo dove non sempre se ne trovano, anche questo è un segreto".
Su cosa lo incuriosisce del Barcellona di Xavi: "Mi incuriosisce proprio Xavi: capire come porterà avanti la tradizione del Barca da Cruijff e Guardiola- E se Lewandowski si ripeterà in blaugrana".
Sul Tottenham di Antonio Conte come sorpresa della Champions League: "Ci sono squadre superiori, ma Antonio sta facendo un grande lavoro con una rosa di talento e qualità. E stavolta ha fatto la preparazione con il gruppo".
Sul PSG che può fare l'ultimo step: "Lo ha fatto in passato, andando in finale. Poi c’è stato un passo indietro, però la qualità è straordinaria. Non credo sia ingabbiabile in un sistema, ma nemmeno i fenomeni bastano se non c’è un’idea di squadra. Credo che Christophe Galtier stia lavorando a questo".
Sulle prime difficoltà del Liverpool: "Le prime gare di Champions daranno un’indicazione più chiara. Ma è ancora una squadra di vertice".
Sulla Champions League senza Cristiano Ronaldo: "Un peccato per lo spettacolo e per il pubblico. Ma parlerei sempre di squadra di Ronaldo: non è uno sport individuale".
Sulla sua griglia di partenza per quest'edizione: "Manchester City, PSG, Real Madrid, Bayern Monaco, Liverpool, Chelsea, ma mi serve spazio per il Barcellona, per le altre italiane e la Juve, che spero rimonti come Verstappen a Spa". Champions, dove vedere Salisburgo-Milan in tv o in diretta streaming >>>
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