Sull'Inter favorita stasera e su cosa ha in più del Milan: «Sì. Senza dubbio. Ha la consapevolezza che in loro è cresciuta nel tempo grazie al lavoro e alla conoscenza reciproca. L’Inter dà un’impressione di grande coesione che non deriva solo dalla tattica e dal valore tecnico, ma anche dal feeling che c’è nello spogliatoio».
Sul Milan e sul possibile derby della svolta: «I risultati sono lo specchio di quello che si è visto in campo: non c’è stato un incontro che meritavamo di vincere e non abbiamo vinto. I tifosi aspettano questo derby con preoccupazione alla luce di quello che si è visto finora, mentre per i calciatori di Paulo Fonseca è un’opportunità per dimostrare il loro valore, per invertire la tendenza».
Su chi può essere l'uomo-derby per l'Inter: «Lautaro Martínez, bloccato e sottotono finora, mi preoccupa: vorrà riscattarsi contro il Milan per far “ripartire” la sua stagione».
Su chi può essere l'uomo-derby per il Milan: «Magari Rafael Leao, che stiamo aspettando da un pezzo a livello di continuità. Le sue qualità nessuno le mette in dubbio, ma il suo rendimento è troppo altalenante. Speriamo che il derby sia una partita da “up” e non da “down”. Non gli chiediamo di caricarsi la squadra sulle spalle o di essere il leader, ma di fare la differenza».
Su Fonseca fiducioso nella conferenza stampa della vigilia: «Per raccogliere i frutti del lavoro di un tecnico che attua un calcio così diverso da quello del suo predecessore, ci vuole tempo. Io però vedendo lo spirito in campo dei calciatori, ho delle perplessità. Speriamo che le cose cambino nel derby».
Sull'Inter di Inzaghi che gioca a memoria: «E pensare che, quando ha sostituito Conte, qualcuno diceva che Simone non era un vincente... Il suo è stato un percorso importante e ha costruito una squadra che si è consolidata con il tempo. L’Inter può sbagliare una partita, ma è forte».
"I giocatori non vorranno essere ricordati per aver perso 7 derby di fila"
—Sull'ottimismo per una vittoria del Milan nel derby: «La speranza c’è sempre: da tifoso penso che i calciatori attuali non vogliano essere ricordati come quelli che hanno perso il settimo derby di fila e sono entrati nella storia... dalla parte sbagliata».
Sugli interisti fiduciosi di vincerlo: «Se lo sono prima di entrare in campo, non mi interessa. Basta che siano tristi alla fine».
Su Zlatan Ibrahimovic in versione 'boss': «Ora abbiamo compreso il suo ruolo. Si è preso le sue responsabilità e con la sua personalità può incidere anche fuori dal campo».
Su Giuseppe Marotta nel ruolo di Presidente dell'Inter: «Da anni gestisce i club dove lavora. Ha cambiato solo la carica».
Sui derby giocati che porta nel cuore: «Il primo da bambino, quando avevo dieci anni. Un altro vinto 5-0 nel quale mi ero arrabbiato perché non avevamo segnato il 6-0 e quello di ritorno nel 199293: l’Inter voleva rimontare, ma l’1-1 di Ruud Gullit ci permise di ipotecare lo Scudetto».
Su quali derby tra Inter e Milan vorrebbe rigiocare: «Tutti. A me non manca il calcio, ma il derby. Se il calcio accomuna tutte le classe sociali, il derby ci fa essere tutti bambini». LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan – Prime idee per il 2025: c’è anche un colpo da sogno >>>
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