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Massimo Ambrosini (ex centrocampista AC Milan) in un'intervista al 'Corriere della Sera' sul derby Inter-Milan e sui rossoneri | News (Getty Images)
Massimo Ambrosini, ex centrocampista del Milan, ha parlato in esclusiva al 'Corriere della Sera' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.
Ambrosini sul derby Inter-Milan di domenica sera a 'San Siro': «Al derby arriva favorita l’inter, questo è chiaro, ma per i rossoneri è una grande occasione per la svolta. E questo potrebbe fare la differenza».
Su Paulo Fonseca che rischia l'esonero in caso di sconfitta: «È un’occasione per tutti: giocatori, allenatore, società. Serve un segnale che fin qui non c’è stato. È proprio quando sei spalle al muro che a volte puoi trovare energie che non sai di avere, anche mentali, più ancora che fisiche. Il derby è speciale anche per questo».
Su cosa può dare Zlatan Ibrahimović al Milan in questo momento critico: «La risposta a stretto giro di vite va data sul campo, dai giocatori, la palla ce l’hanno loro. Zlatan, che ha consegnato all’allenatore una squadra forte, può contribuire con la sua leadership a preparare il derby nel modo migliore. Ma la palla adesso passa ai giocatori».
Su due leader come Theo Hernández e Rafael Leão che, fin qui, hanno deluso anche negli atteggiamenti: «Ci sono momenti in cui serve forza interiore per ribellarsi alle avversità. Questa forza fin qui si è vista poco. Domenica avranno l’opportunità per invertire la tendenza».
Su cosa è mancato finora al Milan: «Equilibrio e atteggiamento. Un’idea chiara di come attaccare e difendere, di come stare in campo, dall’inizio al 90’. Nei primi minuti contro il Liverpool ha dimostrato di cosa è capace quando attacca: penso a Christian Pulisic, Ruben Loftus-Cheek, Tijjani Reijnders. La squadra è stata costruita bene, i giocatori ci sono. Bisogna dare loro un po’ di autostima, anche».
Sul centrocampo come chiave tattica del derby: «Più che l’aspetto tattico, stavolta conterà parecchio la situazione di cui parlavamo prima: il Milan deve dare una risposta di squadra, di cattiveria, di compattezza, di unità».
Sull'Inter di Simone Inzaghi che, secondo Pep Guardiola, può vincere la Champions League: «Se la può giocare, sicuro. Oggi l’inter non ha più nessun complesso di inferiorità. E questo fa la differenza. Negli anni Inzaghi è cresciuto moltissimo, tatticamente e non solo: all’inizio della carriera non mi sembrava volesse sperimentare, invece oggi la sua squadra ha un’enorme varietà di giocate, ma sempre con equilibrio. E poi ha grande abilità nella gestione dei giocatori, è entrato nella loro testa. Ma la sua principale qualità è che continua a migliorare».
Sul centrocampo come vero segreto della forza dell'Inter: «Penso a Nicolò Barella: oggi è un top player internazionale».
Su Lautaro Martínez che non attraversa una fase brillante come piccolo vantaggio per i rossoneri: «Fossi in un giocatore del Milan, ci spererei ma non ci conterei».
Su cosa hanno detto le prime quattro giornate di Serie A: «Che l’inter è rimasta la più forte. La griglia di partenza è stata rispettata, fin qui. Mehdi Taremi e Piotr Zieliński hanno migliorato la rosa. Il divario con le inseguitrici è rimasto».
Su Juventus e Napoli: «La Juve va aspettata, vediamo come evolve. Il Napoli ha il vantaggio di non giocare le coppe. Lo schiaffone iniziale a Verona gli ha fatto bene. E io aspetto ancora il Milan. Ripeto: ha potenziale. E può rimettersi in piedi. Magari, proprio col derby».
Sulla Roma che ha licenziato Daniele De Rossi: «Molte società non ragionano con criteri di lungimiranza e logica. Esonerare un allenatore al quale due mesi fa hai fatto un contratto di tre anni non mi sembra un esempio di programmazione».
Su Totò Schillaci scomparso in questi giorni: «L’ho visto l’ultima volta nel 2019, in una partita fra ex azzurri. Era timido, ma con la palla al piede si trasformava. Da bambino mi sono innamorato del calcio grazie a lui. Oggi manca quella spensieratezza e quella voglia di giocare ovunque, di non perdere mai, neanche al campetto». LEGGI ANCHE: Nuovo allenatore Milan, chi al posto di Fonseca? Ecco chi c’è in pole position >>>
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