00:57 min
INTER-MILAN

Milan, Evani paragona Sacchi a Fonseca. Un consiglio tattico. Su Ibrahimovic…

Emiliano Guadagnoli Redattore 
Alberico Evani, ex centrocampista del Milan, ha rilasciato una lunga intervista a 'La Gazzetta dello Sport'. Fonseca, Ibrahimovic e non solo

Alberico Evani, ex centrocampista e allenatore delle giovanili del Milan, ha rilasciato una lunga intervista a 'La Gazzetta dello Sport'. argomento ovviamente il clima che circondo il Diavolo a pochi giorni da un derby contro l'Inter che potrebbe essere decisivo per il futuro di Paulo Fonseca. Ecco il pensiero dell'ex calciatore.

Quando anche Sacchi fu a rischio (il 25 ottobre 1987)

—  

«Dopo l’inizio difficile tra campionato e Coppa Uefa, Sacchi rischiava il posto in panchina. A Verona avevamo un solto risultato: vincere. Ci riuscimmo e da lì nacque un grande Milan. Mi auguro succeda lo stesso a questo gruppo».

Sul Milan di oggi

—  

«L’organico è di primissimo piano, tra i migliori in Italia. Allo stesso tempo balza all’occhio lo scarso spirito di squadra, sembra esserci poca disponibilità al sacrificio da parte di tutti. Devono ritrovare questo prima di tutto il resto».

Di chi è la colpa?

—  

«Le responsabilità sono di tutti. Club, allenatore e squadra devono essere indirizzati verso lo stesso obiettivo. Molti dei giocatori sono quelli dell’anno scorso, sanno cosa serve per ottenere risultati. Il gioco non è fluido, non c’è buon equilibrio: ma ripeto, la tattica viene dopo il furore agonistico. In campo si deve pensare al noi, non all’io».


Giusto mettere in discussione Fonseca?

—  

«Purtroppo nel calcio è così, senza risultati paga l’allenatore. Lo sa anche lui. Ma se la società lo ha preso per cambiare sistema di gioco gli andrebbe dato il tempo di poter lavorare, di entrare nella testa dei giocatori. Fonseca ha esperienza, credo abbia gli strumenti per gestire bene il momento e per poter rivitalizzare una squadra che in queste partite non è stata all’altezza del nome e della qualità che ha».

Sulla sfida contro l'Inter

—  

«L’Inter è la squadra più forte, la più attrezzata per ripetersi. Anche contro il City mi ha dato la sensazione di essere un gruppo vero, hanno esattamente ciò che manca al Milan. Sono un collettivo determinato, compatto, tutti si aiutano, difendono e attaccano insieme».

Sugli errori della difesa

—  

«Non è solo colpa della difesa, ma di un equilibrio di squadra che non c’è: il primo difensore deve essere l’attaccante, e non parlo solo di Leao. Rafa ha grandissime qualità e dovrebbe essere più continuo sia tra una partita e l’altra, che nella partita stessa. Deve essere più disponibile all’aiuto quando hanno palla gli avversari».

Sul filtro del centrocampo

—  

«Non è un solo giocatore che lo fa o su cui imposti la linea. Però vedo una squadra più strutturata, per le individualità che ha, per un centrocampo a tre, invece che a due mediani e un trequartista. Vero che poi nei movimenti ti sistemi, ma allo stesso tempo credo che per affrontare l’Inter, due centrocampisti siano pochi».

Sul ruolo di Ibrahimovic

—  

«Immagino questo sia un momento in cui tutti hanno i nervi scoperti. Ma credo e mi auguro che Zlatan parli alla squadra e all’allenatore in toni diversi, più di sostegno. Ho citato il paragone con Sacchi. Allora Berlusconi lo difese, disse davanti a tutti noi che sarebbe rimasto l’allenatore. Non so se Fonseca ha ricevuto lo stesso sostegno. Anche perché basta poco per ripartire: una partita come la nostra a Verona. E il Milan ha il tempo e le qualità per farlo». LEGGI ANCHE: Milan, conflitto in dirigenza per il nome del nuovo allenatore: il punto >>>