INTERVISTE

Tare: “Derby Inter-Milan nel momento ideale. Vi racconto Inzaghi e Pioli”

Daniele Triolo Redattore 

Igli Tare, ex direttore sportivo della Lazio, parla del derby Inter-Milan e dei tecnici Simone Inzaghi e Stefano Pioli, già a Roma con lui

Igli Tare, ex direttore sportivo della Lazio, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola del derby Inter-Milan di sabato 16 settembre e, soprattutto, dei due allenatori, Simone Inzaghi e Stefano Pioli. Tare li conosce bene entrambi: c'è stato un periodo, infatti, nel 2015, quando Pioli allenava la Prima Squadra biancoceleste e Inzaghi la Primavera. Poi, l'attuale tecnico dell'Inter rilevò quello del Milan tra i grandi. Ecco, dunque, le dichiarazioni di Tare.

Inter di Inzaghi, Milan di Pioli: ne parla Tare alla 'rosea'

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Su cosa accomuna Inzaghi e Pioli, duellanti del derby di Milano: «Li ho voluti entrambi in panchina e il tempo ha dimostrato di che pasta siano fatti. Li accomuna l'empatia, il saper creare un legame forte coi calciatori, per questo in cambio ottengono fiducia. Forse, tra i due, Inzaghi è ancora un po’ più... “giocatore”: tende a essere un amico, anche se sa quando tenere le distanze».

Sulle differenze tra Inzaghi e Pioli: «Nell’evoluzione tattica. Inzaghi è partito con uno stesso modulo perfezionato negli anni: il 3-5-2 è un punto di forza, dà sicurezze. Pioli ha variato di più: già da noi spesso usava il 4-3-3, ma ha vinto uno scudetto con il 4-2-3-1».

Sull'allenatore con cui andava più d'accordo: «Sono persone vere, schiette e pure, come piacciono a me: ho un ottimo rapporto con tutti e due».


Su come vede Inzaghi e Pioli a Milano dove averli frequentati nella Capitale: «Pioli è arrivato al Milan con un bagaglio più vario e diverse esperienze. La parentesi all’Inter lo ha aiutato, ma pure quanto vissuto alla Lazio e alla Fiorentina l’ha preparato per il salto definitivo. Aveva la giusta maturità già al momento dell’arrivo a Milano, poi la sua crescita l’abbiamo vista fino allo scudetto. In partenza ci potevano essere dei punti interrogativi su Simone: qualcuno pensava fosse troppo giovane, poco internazionale e, invece, ha già una bacheca molto più ricca di tanti “vecchi”. È riuscito ad accorciare i tempi grazie alla sua tenacia e ha perfino sfiorato la Champions».

"Si vede la mano di Pioli nel nuovo Milan quest'anno"

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Su cosa è mancato ad Inzaghi per vincere lo Scudetto: «Io mi soffermo, piuttosto, su un altro aspetto: conta soprattutto come esci dalle difficoltà che fanno parte del percorso. Simone l’anno scorso era spalle al muro, ma è stato straordinario nel non cedere alle pressioni esterne e a concentrarsi sul presente. Pochi altri sarebbero usciti vivi, ma resistendo a quella tempesta per Inzaghi è cambiato tutto: questa è finalmente la “sua” Inter».

Sul Milan di Pioli completamente rivoluzionato sul mercato: «La sua mano si vede nel modo in cui ha integrato i nuovi: Christian Pulisic, Tijjani Reijnders, Ruben Loftus-Cheek, gente che dà ritmo e cambia la partita. Come il Milan, anche l’Inter ha fatto un mercato interessante, stuzzicante, modificando l’assetto offensivo. Credo che le due squadre se la giocheranno per mesi».

Sul derby Inter-Milan che, forse, arriva troppo presto: «No, è il momento ideale perché vincano le emozioni e lo spettacolo. Le squadre sono partite così bene che sarà questione di dettagli e potrà succedere davvero di tutto». Centrocampista: Milan, una grande chance per gennaio >>>


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