INTERVISTE

Djorkaeff: “Giroud mi ha scritto su Milano. Ecco cosa gli ho risposto”

Daniele Triolo

Youri Djorkaeff, ex attaccante dell'Inter ed oggi Senior Football Advisor FIFA, ha rivelato un retroscena sul connazionale Olivier Giroud

Youri Djorkaeff, ex attaccante dell'Inter ed oggi Senior Football Advisor FIFA, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Djorkaeff a 360° su Mondiali e non soltanto

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Sul Mondiale: «Credo sia riuscito completamente, è una competizione incredibile, con stadi molto belli».

Sul basso livello tecnico: «Sì, il livello delle squadre europee si è abbassato. Vedo molti errori tecnici, anche se lo sforzo fisico è incredibile. Tutti possono battere tutti».

Sul perché si sia abbassato: «Forse perché i giovani non sono di alto livello. Kylian Mbappé è l’unico. E poi tutte le squadre giocano allo stesso modo, non ci sono più le scuole sudamericana, europea, africana. Agli ottavi mi aspetto grandi sorprese».

Sulla Francia come Nazionale più forte: «No, se c’è il Brasile. Forse può essere favorita perché i giocatori sono uniti. E poi c’è una cosa che ha solo la Francia: l’attacco alla profondità. Gli altri giocano sempre sui piedi».

Sul suo amico Olivier Giroud: «Olivier ha cominciato al Grenoble, come me. Quando è arrivato a Milano, mi ha scritto per un consiglio sulla città. Gli ho detto che andava tutto bene … ma aveva sbagliato squadra».

Su come saranno i Mondiali del futuro: «Ci saranno più squadre (nel 2026 saranno 48). La FIFA vuole che partecipino più nazioni».

Su un format simile a quello del Qatar: «Difficile. A Parigi non sarebbe così bello, qui a Doha tutto è pensato per la Coppa».

"Le squadre italiane ora non fanno più paura"

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Su dove si giocherà il Mondiale 2030: «In Europa, in Cina, in Sudamerica. Tutto è possibile. A me affascina una soluzione come Marocco-Tunisia-Algeria unite».

Su quali saranno le prossime frontiere del calcio: «Ci sono nazioni come l’India che vogliono venire incontro al calcio. Noi abbiamo cominciato a promuovere un programma, Football for Schools, che abbiamo portato in India».

Sull'India al Mondiale 2030: «Sì, possibile. E’ importante dare una mano a Paesi che possono aiutare il calcio a crescere».

Sul perché l'Italia faccia fatica: «Nel calcio italiano si dice sempre “cambiamo” e poi nulla cambia mai. Le squadre italiane ora non fanno più paura».

Sull'Inter: «È in una situazione un po’ a rischio. È sempre una società forte ma l’impressione è che si stia rimpicciolendo. I campioni sono pochi. I giocatori sono bravi ma non c’è un campione che cambi la partita. Mi piace Lautaro Martínez però manca il talento top».

Sul gol in sforbiciata più bello tra il suo alla Roma, quello di Zlatan Ibrahimović all’Inghilterra, poi Wayne Rooney nel derby di Manchester, Richarlison al Mondiale e Marco van Basten all’Unione Sovietica: «Terzo Rooney, mi è sempre piaciuto. Secondo il mio, perché è un simbolo di libertà: avevo la libertà di farlo perché tutti mi volevano bene, dal Presidente ai compagni ai tifosi a tutta Milano. Vince van Basten: bellissimo e poi era un Europeo, una finale. Vale di più». Pellegatti: "Se arriva, ci divertiamo". Ma di chi si tratta? Le ultime news >>>