C’è un giocatore a cui senti di somigliare nello stile di gioco? “Mi sono sempre ispirato a Kakà, sempre stato il mio idolo. Cercavo di somigliare a lui per quel che faceva in campo, poi lui ovviamente ha avuto una carriera diversa, eccezionale”.
Genova, Padova, Milano, Montecarlo, Roma e Shangai, cosa ti porti dietro di ciascuna esperienza? “Sono state tutte esperienze Importanti, mi porto emozioni positive e negative che mi hanno fatto crescere e capire tanto. Da Genoa l’esordio in A fino a Padova la prima esperienza fuori casa, ma dove mi sono trovato da Dio e ho fatto la maturità mentre giocavo e ho fatto doppietta in semifinale dei playoff, fino poi ad andare al Milan in cui ho fatto un salto dalla B ad un a squadra così importante. Ho fatto la mia stagione migliore. Anche Shangai è stata un’esperienza che ho voluto cogliere, Monaco non è stata un’esperienza positivissima per i risultati e poi da Roma mi sono rilanciato disputando gli Europei del 2016. Tutte esperienze alcune positive altre meno che hanno fatto parte di un percorso, il fatto di essere tornato a Roma è stata una cosa importate e quindi niente penso alla Roma e a far bene qua e a fare meglio per me stesso e la squadra”.
C’è uno stadio che ti ha suscitato più emozioni oltre all’Olimpico? “Ti dico San Siro e Marassi. Mio padre mi portava a Genova allo stadio col passeggino, sono cresciuto facendo il raccattapalle a Marassi e festeggiando le promozioni, vedere la gradinata Nord è sempre una grande emozione. Poi giocare a San Siro, la Scala del calcio è sempre un sogno”. LEGGI ANCHE: Bomba dalla Spagna: "Lopetegui tra i preferiti del Milan per il futuro" >>>
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