Pianeta Milan
I migliori video scelti dal nostro canale

ULTIME MILAN NEWS

L’ex arbitro Abbattista duro: “Mi sono dimesso per la sensazione di schifo”

Eugenio Abbattista, ex arbitro di Serie A (getty images)
Eugenio Abbattista, ex arbitro di Serie A, ha rilasciato alcune dichiarazioni spiegando tutti i motivi delle sue dimissioni dall'AIA
Fabio Barera Redattore 

Eugenio Abbattista, ex arbitro di Serie A, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso dell'ultima puntata de 'Le Iene', trasmissione in onda sui canali 'Mediaset', intervistato dall'inviato Flavio Roma, concentrandosi soprattutto sulla decisione di dimettersi dall'AIA. Ecco, dunque, le sue parole in merito.

Abbattista: "Mi sentivo con un bavaglio alla bocca"

—  

"Mi sono dimesso perché ero stanco della sensazione di schifo che avvertivo attorno. Mi sono sentito con un bavaglio alla bocca che non mi apparteneva. Impossibilità di parlare, di esprimermi e autorizzazioni negate. Dopo il primo servizio che mi riguardava, io ho chiesto di poter parlare, non mi è stata concessa l'autorizzazione".


"Serve subito un commissariamento"

—  

"Abbiamo bisogno di una figura di garanzia, quindi di un soggetto terzo rispetto a chi valuta chi designa, chi va in campo, che verifichi la liceità dei comportamenti e delle prestazioni di chi va in campo, la liceità, i comportamenti di chi valuta. Quindi sicuramente può succedere che un valutatore metta un voto sbagliato? Può succedere. Abbiamo in questo momento all'interno dell'Aia un organismo che verifica e quindi fa la valutazione dei valutatori corretta, reale, con degli elementi oggettivi? No, non c'è. In alcuni casi le carriere dipendono da motivazioni politiche, se le negassi non mi sarei dimesso e quindi te lo dico chiaramente. Serve un reset, cioè commissariamento. Subito, immediatamente. Perché siamo in uno stato di confusione che richiede, in questo momento, un intervento di pulizia generale. In questo momento non siamo all'altezza di gestire una competizione elettorale. La cosa che serve oggi è riscrivere le regole dell'associazione, con principi di equità, con il senso di giustizia. Dotare l’Aia di un organismo di controllo e di revisione terzo, al di sopra delle parti, lo dobbiamo anche agli italiani, ai tifosi, perché siamo un'associazione di diritto pubblico. Abbiamo dimostrato in vent'anni di aver fallito. Se vogliamo riacquistare la credibilità all'esterno, dobbiamo avere il coraggio in questo momento di partire da zero".  LEGGI ANCHE: Milan, Gabbia rinato. Spalletti lo 'snobba'. Merita l'Europeo con l'Italia?

tutte le notizie di

Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Milan senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Pianetamilan per scoprire tutte le news di giornata sui rossoneri in campionato e in Europa.