Sul paragone con i rivali: "Tra il 2008 e il 2010 entravo in campo e mi sentivo Superman, con quel mantello rosso. C'erano partite in cui entravo e dicevo: "Oggi non segneranno". E bisogna stare attenti quando si è così sicuri di sé, perché l'eccesso di fiducia è insidioso. Era un momento in cui non vedevo nessuno davanti a me. Con tutto il rispetto, con tutta la modestia, non vedevo superiori né Buffon, né Casillas, né nessun altro. Nemmeno il mio amico Dida, per il quale ho un enorme rispetto, un grande portiere e dal quale ho imparato molto".
Sul Flamengo: "In termini di titoli, è stato fantastico il periodo all'Inter. Ma il posto in cui sono stato più felice è il Mengão. Sono stato molto felice lì. Non sono ipocrita. Tutti sanno che il Flamengo è la mia squadra del cuore. Poter uscire dalla tribuna e scendere in campo, giocare e rappresentare il tuo club preferito non ha prezzo". LEGGI ANCHE: Il Milan ha bisogno di rinforzi. A Bergamo un atteggiamento intollerabile >>>
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