INTERVISTE

Matthäus: “Inter fresca e imprevedibile. Thuram pronto ad esplodere”

Daniele Triolo Redattore 

Lothar Matthäus, ex centrocampista dell'Inter, ha parlato del derby di Milano e della squadra nerazzurra a 'La Gazzetta dello Sport'

Lothar Matthäus, ex centrocampista dell'Inter, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola del derby di Milano del prossimo sabato 16 settembre ma anche dell'attualità in casa nerazzurra. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Inter, Matthäus tra passato e presente alla 'rosea'

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Sulla finale di Champions League persa dalla squadra di Simone Inzaghi a Istanbul: «A Istanbul meritava la coppa, ma è ripartita alla grande: allora perché non riprovarci sia in Italia che in Europa?».

Sull'Inter bella nata dalle ceneri di quella sconfitta: «Qualche errore in meno sotto porta e ora la Champions sarebbe a Milano. Adesso c’è una squadra tutta nuova, più fresca, giovane e imprevedibile, che può ripetere gli stessi risultati. anche se non è facile. Mi fa piacere, però, che tre grandi acquisti come Thuram, Sommer e Pavard vengano dalla Bundesliga. Significa che il nostro campionato è un serbatoio di talento e che anche la Serie A è finalmente tornata».

Su Marcus Thuram che può migliorare sotto porta: «Al Mönchengladbach la porta la trovava, eccome. L’avete già visto: ha tutto, fisica e tecnica in velocità, ed è pronto a esplodere in un top team. Per me, però, non è un 9 tradizionale. Rispetto a lui, è più centravanti Lautaro o Arnautovic. A Marcus piace spaziare, non gli si chieda il lavoro di Lukaku in area».


Sul tradimento estivo di Romelu Lukaku: «Nel calcio non mi sorprende niente. Per me Lukaku era e resta uno dei migliori attaccanti del mondo: lo avrei visto bene anche al Bayern. Inzaghi aveva una visione diversa e l’ha sempre messo in panchina. Il club, però, ha fatto scelte precise, seguendo la filosofia dell’allenatore e pensando al futuro, per questo è inutile pensare al passato. Ora accanto a Lautaro c’è Thuram e pure Arna, un altro formato in Bundesliga e che ci sa fare con la palla».

Su Yann Sommer che ha sostituito André Onana: «Non sarà tra i migliori del mondo adesso, ma su Sommer puoi scommetterci. In campo, sempre concentrato e con il suo stile, ma anche fuori, nello spogliatoio. È silenzioso e tranquillo: diciamo che è diverso rispetto al Walter Zenga dei miei tempi ...».

Su Benjamin Pavard: «Gli ex dirigenti, Salihamidzic e Kahn, gli avevano promesso che l’avrebbero lasciato andare via, poi al Bayern è cambiato tutto, anche l’allenatore, e volevano tenerselo stretto: da lì i problemi nella trattativa, ma poi ha vinto la volontà di Benji. Lo conosco bene, è un giocatore super professionale. Al Bayern era in una squadra superiore, ma lui non voleva fare più il terzino come con Tuchel. Si sente un centrale e l’Inter con lui ha fatto un gran colpo».

"Derby? Mi auguro che rimanga il gap. Per lo Scudetto sfida lunga"

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Sul derby del prossimo sabato 16 settembre tra Inter e Milan: «Anche il Milan ha operato con intelligenza sul mercato ed è partito molto bene. Sarà un derby eccellente, ma mi auguro che il gap rimanga e l’Inter stia sempre un po’ più su. Anche di poco, anche di un golletto: basta un 1-0 sofferto, senza il dominio avuto in Champions, per mantenere la supremazia in città. Poi, per lo Scudetto la sfida è ancora molto lunga e col tempo può succedere di tutto».

Sul derby più bello che ha giocato nel suo periodo all'Inter: «Non una singola partita e neanche il mio unico gol su rigore in una vittoria in trasferta. Mi porto con me lo score complessivo: il Milan era la squadra migliore del mondo, ma contro di loro ne ho vinte di più di quante ne ho perse. Tre successi e un solo k.o.: un grande orgoglio, ma era merito anche del Trap».

Sui giocatori che vanno a giocare in Arabia Saudita: «Nella mia carriera ho scelto pensando al campo: volevo competere, i soldi sono sempre venuti dopo. A 19 anni la Juve mi offriva 20 volte di più di quello che prendevo al Mönchengladbach, ma non era il momento giusto: sapevo che dovevo fare altri passi prima del salto in Italia e dei grandi guadagni. Quando sono andato in Mls da vecchio prendevo meno che al Bayern, ma volevo una nuova esperienza di vita. Purtroppo, con l’Arabia si sta rovesciando il concetto: prima i soldi, poi il calcio. Prendete Neymar: potrebbe ancora prepararsi per tentare di vincere un mondiale col Brasile e invece è andato là ...».

Su Roberto Mancini andato ad allenare la Nazionale araba: «Io non ho nulla contro i soldi, sarei ipocrita a dire il contrario. E capisco che quell’offerta a Mancini non sarebbe ricapitata più. Ma bisogna dire la verità alla gente, essere trasparenti: lui lascia la sua Nazionale con 4 stelle sul petto per guadagnare di più come c.t. dell’Arabia. Parlare di staff o di rapporti col presidente federale lascia il tempo che trova: tutti sappiamo che, senza quell’offerta, Roberto sarebbe ancora al suo posto. Ripeto, non è questo il mio calcio».

Sul suo tipo di calcio: «Mi piace più un piccolo club come l’Union Berlino, cresciuto con le sue gambe, senza emiri ma con scouting, idee e rispetto dei ruoli: qualche anno fa cercava giocatori in quarta divisione e ora può comprare nazionali come Gosens e campioni come Bonucci. Entrambi volevano essere ancora determinanti, all’Union lo saranno. E nella Bundesliga si divertiranno: Kane ha ridato entusiasmo al Bayern ma pure ai rivali». Milan, un nuovo acquisto vorrebbe già andare via >>>


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