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Capello duro: “Milan, non è cambiato niente”. E che stoccata a Leao!

AC Milan Capello
Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato (anche) dei rossoneri in occasione di un'intervista in esclusiva al 'Corriere della Sera'
Daniele Triolo Redattore 

Fabio Capello, ex allenatore del Milan e oggi opinionista per 'Sky Sport', ha parlato - in esclusiva - al 'Corriere della Sera' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Ex Milan, le parole di Capello sulla nuova Champions League

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Su cosa si aspetta dalla Champions League con il nuovo format: «Con una classifica unica saranno importanti tutte le partite, non ci saranno più sfide inutili. E sarà difficile fare dei calcoli sul passaggio del turno».


Sulle due partite in più nella Fase Campionato che potranno avere impatto sui tornei nazionali: «Non c’è dubbio che sarà un impatto molto importante. E per quelli che puntano a vincere la Champions sarà fondamentale avere una rosa ampia e fare turnover. Per gli altri sarà tutto un po’ più difficile».

Sul Real Madrid che ha perso Toni Kroos ma che ha aggiunto Kylian Mbappé: «Restano i favoriti. Mbappé, con le qualità che ha, sarà svelto a inserirsi nel sistema di gioco. Poi Carlo Ancelotti è troppo intelligente e gli farà scaricare certe responsabilità. L’assenza di un metronomo come Kroos, l’infortunio di Eduardo Camavinga, l’assenza attuale di Jude Bellingham, qualche problemino potrebbero comunque darlo».

Sul possibile tramonto del ciclo di Pep Guardiola al Manchester City: «Non so se per lui sarà davvero l’ultimo anno, ma i giocatori potrebbero voler fare qualcosa di incredibile proprio per questo. E li vedo molto aggressivi e compatti. Gente come Rodri o Kevin De Bruyne ha tanto orgoglio. E Erling Braut Haaland va come un pazzo. Non sarà semplice batterli».

Su Manchester City-Inter, rivincita della finale Champions 2023: «La sto aspettando, questa partita: gli ultimi venti minuti di Istanbul mi sono rimasti in testa e vorrei vedere se la distanza si è davvero accorciata, come era sembrato in quell’ultimo scorcio della finale. Se Romelu Lukaku non si mangia il gol ...».

"Lautaro ha il potenziale per fare di più. Pallone d'Oro? Rodri"

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Sul turnover dell'Inter tra Serie A e Champions: «L’anno scorso è andata anche bene. Simone Inzaghi doveva stare più attento, ma quell’esperienza gli sarà servita: dovrà usare le rotazioni più spesso, per avere tutti sempre in ottime condizioni».

Sul giocatore a cui darebbe il Pallone d'Oro 2024: «Premierei Rodri, per quello che ha fatto in campionato, in Champions e all’europeo. Nella stagione è stato il più forte di tutti».

Su Lautaro Martínez che può salire al livello dei top attaccanti in Europa: «I numeri gli danno torto, è vero. Però il potenziale per fare di più c’è sicuramente. Una delle cose da vedere in questo City-inter è proprio la crescita di Lautaro e Marcus Thuram».

Sui possibili 'problemi di adattamento' per Thiago Motta, alla prima volta con il doppio impegno Serie A - Champions League: «Da quello che si è visto la difesa rimarrà un punto forte, come era con Massimiliano Allegri. Dovrà fare qualche cosa di diverso a livello di centrocampo e attacco. Contro la Roma si è vista una frenata, ma con i nuovi arrivi si vedrà la vera Juve».

Su Dušan Vlahović: «All’Europeo ha fatto poco, come del resto al Mondiale: magari trova strade e ispirazioni nuove nel modo di muoversi in campo. È importante che Motta gli dia qualcosa di più».

"Milan in difficoltà: non è cambiato niente. Su Leao e Ibra ..."

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Sulla Champions League come terreno di rilancio per il Milan, che inizierà ospitando il Liverpool: «Spero di sbagliare completamente, ma la vedo difficile perché ho visto fin qui una squadra troppo in difficoltà. Non è cambiato niente rispetto all’anno scorso a livello di organizzazione. Ci vorrà uno scatto di orgoglio da parte dei giocatori: dovranno dimostrare, dopo quella sciocchezza nell’ultima partita fatta da Rafael Leão e Theo Hernández, di essere un gruppo. E di correre. Perché l’equilibrio è la cosa più importante».

Sull'attesa che Leão arrivi a grandi livelli: «Tutto quello che succede al Milan sembra colpa di Leão e lui fa di tutto perché questa situazione continui. Però è l’unico che può creare un pericolo: sarebbe ora che dopo i capriccetti da bambino diventasse uomo».

Su Zlatan Ibrahimović nel ruolo da dirigente: «È un mestiere diverso, come quando un giocatore smette e allena subito una grande squadra: hanno quasi tutti grande difficoltà. Quelli che hanno avuto successo hanno fatto un po’ di settore giovanile o gli assistenti: serve molto. Bisogna avere credibilità, perché vieni giudicato tutti i giorni da tutti. Le ferie? L’importante è quello che fai quando sei presente. E bisogna cercare di essere presenti».

Sul ruolo che Federico Chiesa potrà ritagliarsi nel Liverpool: «Credo che abbia la velocità giusta per giocare in Premier League. Invece ho visto Joshua Zirkzee che ha grandi difficoltà, perché pensa di giocare ancora con i ritmi italiani».

"Mi auguro che 5 italiane su 5 vadano agli ottavi di Champions"

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Su Vincenzo Italiano (Bologna) e Gian Piero Gasperini (Atalanta) in Champions League: «La Champions ti brucia energie, anche nella testa. Devono affrontarla con attenzione, serenità, rispetto massimo di ogni avversario, ma senza sottovalutarsi. Devono giocarsela senza timore reverenziale».

Su Vincent Kompany al Bayern Monaco e Mikel Arteta all'Arsenal, tutti 'emuli' di Guardiola: «Lui ha avuto il portafoglio aperto, ma bisogna essere capaci di spendere bene in base alle necessità. La cosa più importante è che è riuscito a far entrare in testa un sistema di gioco che si è evoluto ogni anno, in base alle caratteristiche dei calciatori».

Sulle possibilità che 5 italiane su 5 arrivino agli ottavi di Champions: «La vedo difficile, ma me lo auguro: la possibilità con questa nuova formula c’è».

Sull'Inter che dovrebbe puntare alle prime 8 posizioni della classifica da 36: «Come fa a non puntarci? Ha ventidue titolari e sarebbe un’offesa per i giocatori non farlo».

Sulla possibilità che Allegri torni in panchina in qualche squadra di questa Champions League: «Perché no? Se uno deve cercare un allenatore bravo, pensa ad Allegri. Lui ha fatto la storia del calcio italiano».

Sulla mina vagante del torneo: «Si parla poco del Barcellona di Lamine Yamal, che non può acquistare giocatori. E sono curioso di vedere dove arriverà il PSG senza Mbappé: sono due squadre che seguo con grande attenzione». LEGGI ANCHE: Milan, non più così salda la posizione di Ibrahimovic: tutti i motivi >>>

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