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Capello: “Leao si eserciti al tiro. A Ibra cambiai postura. E a van Basten …”

intervista Capello AC Milan Leao
Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' della difficoltà di Rafael Leao nel trovare la via del gol
Daniele Triolo Redattore 

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola delle difficoltà che, in questa stagione, sta incontrando Rafael Leao, attaccante dei rossoneri di Stefano Pioli, nel trovare la via della rete. Ecco, dunque, le dichiarazioni di 'Don Fabio' sul portoghese.

Milan, l'impressione di Capello sulle difficoltà di Leao

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Sul momento di Leao: «L’assist per il gol di Theo Hernández e quel destro sul secondo palo che finisce fuori. Il Leao di oggi è questo: un fantastico rifinitore e un attaccante bloccato psicologicamente quando deve calciare in porta».


Sulla crisi da gol di Leao unicamente come 'questione di testa': «Direi di sì, anche perché sulle capacità c’è poco da discutere. A me sembra che, in questa stagione, Leao abbia perso sicurezza quando va al tiro, un classico per l’attaccante che non è in fiducia. Cerca poco la porta perché pensa troppo prima di tirare e .. sbaglia, come in quella azione che avrebbe potuto dare il 2-0 al Milan col Napoli. Attenzione però: certi passaggi, come quello per Hernández, li fai solo se hai grande visione di gioco e Leao ce l’ha. In questo momento sembra quasi divertirsi di più a cercare il suggerimento per i compagni, e per il Milan può andare bene così: resta un giocatore risolutivo anche se non segna».

Sul metodo che Capello usò alla Juventus con Zlatan Ibrahimović - 30 minuti di tiri in porta continui a fine allenamento - che potrebbe funzionare con Leao: «Premesso che non mi permetto di giudicare il lavoro di Pioli e del suo staff e che non so come si allena Leao, posso senz’altro dire che gli esercizi specifici servono sempre. Anche Zico, Roberto Baggio, Alessandro Del Piero si fermavano a fine allenamento a provare tiri, punizioni, rigori. Per i giocatori di talento, correggere i difetti è più semplice: i miglioramenti sono quasi immediati e loro sono i primi ad accorgersene. A Ibra cambiai la postura quando calciava: aveva il 46 di piede e un modo di appoggiarlo che non era funzionale al modo in cui tirava».

"Boban staccava male sulle palle alte. Seedorf, a Madrid ..."

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Su Ibra che, come Leao, all'inizio faticava anche sui colpi di testa: «A Zlatan i mezzi fisici non mancavano, come a Leao: ha tutto per migliorare di testa. A proposito, ricordo un gran lavoro anche con Zvonimir Boban: sulle palle alte staccava male. Zvone era intelligente, iniziò a fermarsi per esercitarsi e imparò».

Sugli altri esempi di campioni che sono migliorati con l'allenamento: «Una volta, mentre Marco van Basten si allenava sulle punizioni, mi avvicinai e gli dissi: “Marco, hai un problema con la rincorsa”. Ci lavorammo, correggemmo, e la domenica successiva segnò su punizione. E poi Clarence Seedorf a Madrid: in allenamento è cresciuto tantissimo nelle conclusioni. Come vede parliamo di campioni, di grande talento: se la base è questa, il lavoro dà i suoi frutti. Leao appartiene a questa categoria, è un calciatore di livello internazionale».

Su Leao che si può sbloccare, magari, nel contesto dell'Europa League: «Dovrà essere bravo Pioli a toccare le corde giuste preparandolo alla partita. In ogni caso io non mi preoccuperei troppo: se Leao continuerà a dare palloni come quello dell’altra sera ...». LEGGI ANCHE: "È tutto vero! Via dal Real Madrid per il Milan": le ultime news >>>

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