Sul rammarico di ciò che avrebbe potuto fare in carriera senza gli infortuni: “Ne è valsa la pena, di tutto; non rimpiango niente di ciò che ho fatto in carriera. C’è certamente un po’ di rammarico per i tanti problemi che ho avuto, però nella sfortuna mi posso ritenere fortunato per quello che sono riuscito a ottenere”.
Sui rimpianti per il passato e sulle speranze per il futuro: “I rimpianti sono certamente rappresentati dai miei problemi fisici; per quanto riguarda i sogni vorrei togliermi ancora qualche sfizio a livello sportivo, anche se so che non sarà facile”.
Conti: "Quando ti chiama il Milan non puoi dire di no. Però, poi ..."
—Sul suo trasferimento al Milan dopo due anni top all'Atalanta con Gian Piero Gasperini: “Quell’estate non è stata semplice per me. Mi cercava il Milan e io volevo andare perché mi sentivo pronto. Quando ti chiama una società come quella, nonostante venisse da anni non semplici, è difficile per un ragazzo giovane dire di no. È stato un anno in cui il Milan ha cambiato tanto. Era anche il primo della proprietà nuova. Non saprei dire cosa non abbia funzionato perché sono successe tante cose. Magari il fatto di aver cambiato tanto non ha aiutato, poi ci sono state pressioni in più rispetto al solito, legate alle grosse spese sul mercato, che non siamo riusciti a reggere”.
Sul suo primo infortunio con il Milan: "Mi sono fatto male subito, a settembre. Sono comunque riuscito a giocare le prime partite guadagnando la Nazionale ed esordendo, poi mi sono infortunato e da lì è stato un calvario. Nonostante mi fossi ripreso un po’ nel 2020 - con Stefano Pioli giocavo regolarmente - ci sono state dinamiche che mi hanno portato ad andare via. Comunque è stato un onore indossare la maglia rossonera. Giocando a San Siro ho realizzato un sogno”.
Sul tunnel delle ricadute degli infortuni: “Mi ricordo quando mi hanno comunicato l’entità delll'infortunio: mi è crollato il mondo addosso. Ero giovane e nel punto più alto della carriera, si parlava tanto di me e avevo guadagnato la Nazionale. Poi dipende tutto da come si riesce a uscirne. Per me è stato comunque un calvario perché ho avuto continui problemi e ho dovuto operarmi quattro volte al ginocchio. Non è stato semplice anche perché ho dovuto mettere in dubbio il mio futuro a livello calcistico, non è semplice vivere con questi pensieri”.
"Attendo la chiamata giusta. Ma non oltre il mercato di gennaio"
—Su cosa vorrebbe fare ora: “Vorrei una nuova avventura. Anche se so che non è semplice perché è tanto tempo che non gioco. Non ho avuto possibilità, non sono stato cercato questa estate né ultimamente, ma la vivo bene. Non ho l’ansia dovuta all’essere senza squadra, perché sono consapevole del mio passato e di quanto possa essere difficile per una società cercare di ingaggiarmi. Resto in attesa di una chiamata ma deve essere quella giusta. Con tutti i problemi che ho avuto non me la sentirei di andare in una realtà in cui non c’è chiarezza o in cui non mi sento benvoluto al 100%. Attendo la chiamata giusta, ma non per sempre. Mi do un limite, che penso sia il mercato di gennaio. Se non avrò offerte poi prenderò le mie decisioni, perché comunque è difficile star fermo tanto”.
Sul suo esterno ideale in Serie A: “Per la velocità scelgo Raoul Bellanova; per le capacità difensive e la mentalità, Giovanni Di Lorenzo; per la resistenza Theo Hernández; per tecnica e cross prendo Federico Dimarco". LEGGI ANCHE: Milan, Ibrahimovic atteso a Milanello: ecco cosa dirà ai giocatori >>>
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