Sull'ultimo derby che ha mostrato un'Inter troppo più forte rispetto al Milan: «La vera debolezza l’ho vista nella doppia sfida con la Roma. Nelle due partite d’Europa sono rimasto stupito dall’atteggiamento della squadra, poco cosciente di quello che andava a giocarsi e cioè la possibilità di cambiare la stagione. E allora mi viene il sospetto che tra squadra e allenatore sia successo qualcosa che ha fatto precipitare il rapporto. I risultati lo dimostrerebbero: prima di quelle partite il Milan ne aveva vinte sette consecutive, dopo lo ha fatto solo contro il Cagliari. Prima e dopo lo spirito era diverso, qualcosa deve essersi rotto».
Sulle soluzioni per il successore di Stefano Pioli in panchina: «Prenderei un italiano bravo, con esperienza internazionale. In pratica uno tra Conte e De Zerbi. Su Conte poco da aggiungere, su De Zerbi la penso diversamente da Capello. Hanno entrambi personalità e cattiveria, trasferiscono le loro idee e il loro spirito. Mi piacciono gli allenatori così, per questo non sono contrario a Conceiçao. Lopetegui invece non le vedevo benissimo dentro lo spogliatoio. Mi piacciono allenatori così, con qualità di gioco e un carattere tosto, come era lo stesso Capello: quando si arrabbiava volavano calci alle borse».
Sulla protesta dei tifosi indirizzata a chiedere al club una squadra sempre più ambiziosa: «Sono una persona paziente, credo ci voglia tempo per capire le reali intenzioni. Per certi versi il silenzio può essere una strategia: non comunicano il nuovo allenatore per paura di perderlo. O come quando dicono che le decisioni vengono prese insieme: sì, ma alla fine chi comanda davvero? Allo stesso tempo non credo si debba a necessariamente dire tutto, ma dare del pirla a Cardinale è crudele. Basta vedere la sua storia, come nasce e cosa è diventato. Davanti a lui giù il cappello e complimenti, poi si inizia a parlare».
Costacurta: "Diavolo, un acquisto per reparto e riprendi l'Inter"
—Sulla candidatura di Lopetegui svanita dopo la diffusione della notizia: «I tifosi hanno bisogno di sognare, che sia con un nuovo allenatore o con grandi giocatori. Se però sei convinto della scelta devi avere la forza di andare avanti. I tifosi sono giustamente passionali ma poi ci vuole razionalità. E ripeto, dobbiamo abituarci al modo di comunicare di una proprietà americana, che è diverso dal nostro».
Sugli acquisti che il Milan dovrà fare per riprendere l'Inter: «Uno per reparto credo possa andar bene, anche se sulla carta le squadre non hanno mai vinto niente. C’è la prova del campo e l’anno prossimo potrà essere diverso. Per il Milan? Più per l’Inter. È sempre difficile ripetere un percorso strepitoso, le motivazioni potrebbero non essere le stesse. E se quest’anno hanno messo in secondo piano la Champions, e potevano crederci di più, l’anno prossimo dovranno farsi valere in Europa. In più avranno il Mondiale per club: con tanti impegni la stagione si complica».
Sui primi mesi di Zlatan Ibrahimovic come consulente di RedBird per il Milan: «Poteva essere più incisivo o emergere un po’ di più. Ma quello che succede nello spogliatoio non è detto che si sappia tutto… e per quello che so in un paio di occasioni si è fatto sentire eccome. In tv ho ascoltato spesso parlare le seconde linee e mai giocatori di personalità come Maignan o Leao. Lo stesso Zlatan poteva spingerli a prendersi le loro responsabilità in pubblico. O presentarsi lui stesso: e si sa che quando parla Ibra non escono mai cose banali ...». LEGGI ANCHE: Gallardo nuovo allenatore del Milan? Ecco come stanno davvero le cose | ESCLUSIVA >>>
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