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INTERVISTE

Milan, senti Crespo: “Leao mi sembra confuso”. Poi bacchetta Fonseca

Daniele Triolo Redattore 
Hernán Crespo, ex attaccante del Milan, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' di Rafael Leao. Ecco tutte le sue dichiarazioni sul portoghese

Hernán Crespo, ex attaccante del Milan nella stagione 2004-2005 (con 17 gol in 40 partite), oggi allenatore dell'Al-Ain, negli Emirati Arabi Uniti, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport': argomento, Rafael Leao. Ecco, dunque, le dichiarazioni dell'argentino sul numero 10 rossonero.

Milan, l'opinione di Crespo su Leao alla 'rosea'

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Sul momento di Leao: «Io guardo da fuori, perché non sono a Milanello anche se conosco bene l’ambiente, e la prima parola che mi viene in mente è confusione. Mi pare che Leao sia confuso. Il suo è prima di tutto un problema di testa, poi vengono le questioni tecniche».

Sul perché Leao sia confuso: «Ho una mia opinione. Lui è un talento, ha notevoli qualità, sia tecniche sia atletiche, ma non ha ancora raggiunto la maturità che deve avere un campione. Insomma, è come se fosse a metà strada. Non basta saper dribblare per poter essere definito un fuoriclasse, e invece con Leao si è esagerato un po’ con i complimenti».

Su alcuni comportamenti discutibili del portoghese: «Quando all’Olimpico si è isolato, assieme a Theo Hernández, durante il 'cooling break', non è stato un bell’episodio. L’avessi fatto io, quando ero al Milan o all’Inter o alla Lazio o al Parma o al Chelsea, mi sarei preso una multa salatissima e, probabilmente, sarei rimasto in panchina per qualche partita. Sono gesti che rischiano di compromettere l’armonia di un gruppo, e lo dico da allenatore».


"Leao mi sembra confuso. Se va avanti così non è un valore aggiunto"

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Sul rapporto forse non idilliaco con l'allenatore Paulo Fonseca: «Non conosco il loro rapporto personale, e dunque mi è difficile giudicare. Però ripesco un ricordo dalla mia storia personale: quando ero a Parma, nella seconda stagione, il pubblico mi fischiava e l’allenatore, che era Carlo Ancelotti, non mi sostituiva mai per far capire, agli spettatori e a me, che lui credeva nelle mie qualità. Per me è stata una grande iniezione di fiducia, dato che ero giovane e dovevo ancora completare il percorso di crescita. Nel caso di Leao, invece, mi sembra che Fonseca lo abbia sostituito senza farsi troppi problemi, e poi il Milan ha vinto la partita contro il Bruges. Ecco, questi segnali vanno interpretati con attenzione. E il primo a doverlo fare è proprio Leao».

Sull'eventualità che il Milan si separi da Leao a fine stagione: «Non entro nelle dinamiche del mercato, anche perché non conosco il tipo di contratto del portoghese. Di certo, se va avanti così, Leao non è un valore aggiunto per la squadra. E questo è un peccato perché ha grandi mezzi e grandi potenzialità. Solo che non è ancora riuscito a fare il salto di qualità. E badate che non lo ha fatto con il Milan, ma nemmeno con la Nazionale».

Sul perché Leao sia in 'ritardo di maturazione': «Ci sono giocatori che si fermano proprio poco prima di diventare campioni. Ne ho conosciuti parecchi. Mi auguro che non sia il caso di Leao, ma di sicuro deve tirare fuori qualcosa dal suo carattere per riuscire a svoltare. La differenza tra un buon giocatore, direi un ottimo giocatore qual è Leao, e un campione è abbastanza semplice: la continuità. Leao fa cose meravigliose per due o tre partite, e poi stacca la spina. Il campione è campione sempre, persino quando gioca al di sotto del suo livello standard. È un punto di riferimento per la squadra, sai che lui c’è e ci sarà sempre. Di Leao, prima che scenda in campo, possiamo dire che c’è e ci sarà sempre?». LEGGI ANCHE: Calciomercato – “Osimhen al Milan”: voci di uno scambio clamoroso >>>