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L'esultanza di Rafael Leao (attaccante AC Milan), per il suo gol in Slovan Bratislava-Milan 2-3 (Champions League 2024-2025) | News (Getty Images)
Marco Macina, ex calciatore del Milan nella stagione 1985/1986, ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano 'La Gazzetta dello Sport', nell'edizione in edicola questa mattina, raccontando il suo passato in rossonero. Ecco, dunque, le sue parole.
Su che giocatore era: "Dai 14 ai 19 anni ero il migliore di tutti. Un giorno un dirigente della nazionale giovanile azzurra mi disse: sei il più forte dei fortissimi. Era vero. Punto di forza? La tecnica, la padronanza del pallone. Più di Cristiano Ronaldo, più di Ibra. Giocavo ala sinistra, facevo la differenza. Il grande Nils Liedholm sosteneva che ero l’unico calciatore al mondo a correre più forte con il pallone che senza".
Sull’esperienza al Milan: "Pensi che a tredici anni dovevo finire all’Inter, ma il giorno del provino mi venne un’infezione. Al Milan arrivai nel 1985, in attacco c’erano Hateley, Virdis e il mio amico Paolo Rossi. Trovare spazio era dura. Debuttai anche in Coppa Uefa. Un giornalista, considerata la mia poca esperienza, chiese a Liedholm se non era un rischio. Il Barone rispose che a livello giovanile ero stato votato ovunque come miglior giocatore d’Europa e lo mise a tacere".
Se rivede i suoi colpi in qualche giocatore attuale: "Leao: sono onorato quando qualcuno che mi ha visto giocare dice che ci somigliamo. Lui potenzialmente è un fenomeno, ma in giro non ce ne sono poi tanti. Il livello si è abbassato drasticamente. Qualche giorno fa guardavo Borussia Dortmund-Barcellona in tv: ecco, per come giocava la difesa del Barca, io sarei andato in porta da solo almeno una decina di volte".
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