"Ero assolutamente all'oscuro della situazione. Non ho sentito né visto nulla in quei momenti. Ho sentito tutti i miei compagni saltarmi addosso, ci sono stati abbracci e colpi in testa. Indescrivibile, come in un film. Pochi minuti dopo era l'intervallo. Ricordo di essere entrato nello spogliatoio. Ci togliamo le maglie, proviamo a riposarci e io tengo la testa bassa, guardando il pavimento. Tutti sono felici intorno a me. Rafael Leao è stato il primo ad avvicinarsi a me e chiedermi: "Sei consapevole di quello che hai appena fatto?". Non posso descriverti quei momenti. Ben presto anche Olivier Giroud mi parlò: 'Carlo, non ci posso credere!'".
"Pioli avrebbe voluto rivolgersi a noi, ma allora in pochi lo hanno ascoltato. Tutti mi sorridevano. Sapevano quanto duramente avevo lottato per questo, quanto duramente avevo lavorato. Avrei dovuto esordire prima, ma per un insieme di circostanze l'allenatore ha preso decisioni diverse. Kjaer e Florenzi mi hanno abbracciato e baciato. Tutta la squadra ha gioito con me, ma già prima mi ha sempre incoraggiato e mi ha detto che sarebbe arrivato il mio momento". LEGGI ANCHE: Milan, prima Leao e ora Theo Hernandez: inizia il solito concorso di colpa
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