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Ex Milan, Simic: “Avrei dovuto esordire prima. Leao e Giroud mi dissero …”

Fabio Barera Redattore 
Jan-Carlo Simic, ex calciatore del Milan ora in forza all'Anderlecht, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla sua parentesi in rossonero

Jan-Carlo Simic, ex calciatore del Milan e attualmente in forza all'Anderlecht, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista a 'Meridian Sport', noto portale serbo, raccontando diversi aneddoti in merito alla sua esperienza in rossonero. Ecco, dunque, le sue parole in merito.

Ex Milan, Simic rivela tutti i retroscena sul primo gol: da Leao a Giroud e Pioli

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Sull'esordio con il Milan: "È passato quasi un anno da allora... Il tempo vola ad una velocità incredibile. Inoltre per me era irreale aver esordito così giovane con la prima squadra del Milan, ma aver segnato il mio esordio in soli 17 minuti in campo... Ancora adesso spesso non riesco a crederci. Non so quale dei difensori sia riuscito a raggiungere i marcatori nella prima partita. C'erano attaccanti come Pato, ma per noi in difesa è stata dura. Sono orgoglioso! Tutti si chiedevano 'come ha fatto questo piccoletto a segnare un gol?' Onestamente non lo so neanche io".

"Ero assolutamente all'oscuro della situazione. Non ho sentito né visto nulla in quei momenti. Ho sentito tutti i miei compagni saltarmi addosso, ci sono stati abbracci e colpi in testa. Indescrivibile, come in un film. Pochi minuti dopo era l'intervallo. Ricordo di essere entrato nello spogliatoio. Ci togliamo le maglie, proviamo a riposarci e io tengo la testa bassa, guardando il pavimento. Tutti sono felici intorno a me. Rafael Leao è stato il primo ad avvicinarsi a me e chiedermi: "Sei consapevole di quello che hai appena fatto?". Non posso descriverti quei momenti. Ben presto anche Olivier Giroud mi parlò: 'Carlo, non ci posso credere!'".

"Pioli avrebbe voluto rivolgersi a noi, ma allora in pochi lo hanno ascoltato. Tutti mi sorridevano. Sapevano quanto duramente avevo lottato per questo, quanto duramente avevo lavorato. Avrei dovuto esordire prima, ma per un insieme di circostanze l'allenatore ha preso decisioni diverse. Kjaer e Florenzi mi hanno abbracciato e baciato. Tutta la squadra ha gioito con me, ma già prima mi ha sempre incoraggiato e mi ha detto che sarebbe arrivato il mio momento". LEGGI ANCHE: Milan, prima Leao e ora Theo Hernandez: inizia il solito concorso di colpa