Sandro Tonali, centrocampista del Newcastle e della Nazionale italiana, punto di forza del Milan per tre stagioni, dal 2020 al 2023, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'Cronache di Spogliatoio'. Qui di seguito vi riportiamo l'anteprima della versione integrale, che uscirà nelle prossime ore. Ecco, dunque, le dichiarazioni dell'ex numero 8 rossonero.
INTERVISTE
Ex Milan, Tonali: “De Ligt mi consigliò la Juve, ma il Milan era la mia scelta”
Tonali sull'interesse della Juve prima di venire al Milan: "Eravamo in Sardegna io, Cistana e Torregrossa, il gruppo Brescia insomma. A un ristorante abbiamo incontrato De Ligt. Era l’anno in cui avevamo giocato contro in Serie A, l’anno del Covid. Lui mi ha parlato benissimo della Juventus, da giocatore mi ha consigliato di farci un pensiero. Erano i giorni in cui stavo trattando con il Milan. Ci eravamo fermati a parlare dopo una partita. Capita che per una manciata di secondi ti ritrovi a chiacchierare con un avversario anche se non lo conosci, più per una questione di rispetto. Alcuni poi li memorizzi e quando li vedi, pensi: ‘Questo l’ho già visto’. Era l’estate in cui ero finito sui giornali, perché era difficile un mio ritorno in B con il Brescia. C’erano in ballo Milan, Inter e Juve per tutta l’estate. E quindi chiunque mi diceva: ‘Vieni all’Inter, vieni al Milan, vieni alla Juve’".
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—Tonali sul suo arrivo al Milan: "Se dobbiamo parlare molto sinceramente, quando il Milan mi ha comprato, arrivavo dall'ultimo anno di Brescia dove avevo un contratto da 200mila euro. Ho fatto un'estate dove non sapevo mai con chi avrei firmato, fino agli ultimi cinque giorni veramente non sapevo in che squadra sarei andato".
Sulle difficoltà di adattamento: "E alla fine mi sono ritrovato al Milan, che è la squadra per cui ho sempre tifato da bambino, con un contratto da circa due milioni e mezzo di euro. Ho detto: 'Ok, ce l'ho fatta, sono arrivato, basta. Cosa devo fare? Più di così, cosa c’è?'. Poi per me, che non venivo da una città, non venivo da una famiglia ricca, mi dicevo: 'Ok, basta, ora mi diverto, non penso più a niente'. E quindi ero un ragazzino di vent'anni che era a Milano con la fidanzata, che guadagnava un sacco di soldi, giocava nella sua squadra del cuore, non avevo più obiettivi nella mia vita. E ho avuto difficoltà perché questi ragionamenti e pensieri che facevo fuori dal campo poi si rispecchiavano in campo". LEGGI ANCHE: Segui qui LIVE il derby di Coppa tra Milan e Inter!>>>
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