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INTERVISTE

Il Milan, Fonseca, Ibra, Leao e non solo: van Basten si confessa

Daniele Triolo Redattore 
Marco van Basten, ex attaccante del Milan, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Le sue dichiarazioni

Marco van Basten, ex attaccante del Milan per otto stagioni (sei effettive), per un totale di 201 partite disputate, 125 gol segnati e 13 trofei di squadra vinti (più 3 Palloni d'Oro) tra il 1987 e il 1995, ha parlato dei rossoneri in una lunga intervista concessa a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le dichiarazioni del 'Cigno di Utrecht', appena entrato nella 'Hall of Fame' del club rossonero.

Milan, le dichiarazioni di van Basten alla 'rosea'

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Sull'inserimento nella Hall of Fame del Milan: «È un onore. Con il tempo arriveranno anche Paolo Maldini, Mauro Tassotti, Roberto Donadoni, Frank Rijkaard e tutti gli altri miei ex compagni».

Van Basten sul suo forte legame con il Milan: «Se hai giocato qui a Milano, con la maglia del Milan, è difficile non sentire il feeling con la città, con lo stadio, con i tifosi e con la storia di questo grande club. Per me i colori rossoneri, il pubblico e la società resteranno sempre qualcosa di speciale. Anche se vivo in Olanda, quando gioca la prima cosa che controllo è il risultato del Milan».

Sulla vittoria con il Milan che ricorda con più affetto: «La finale di Coppa Campioni 1988-1989 a Barcellona contro la Steaua Bucarest è stata speciale, una gara che ci ha regalato il primo trionfo internazionale dopo anni che il club lo attendeva. È stato il coronamento del sogno di Silvio Berlusconi che fin dal primo giorno voleva arrivare sul tetto del mondo dando spettacolo. Lo abbiamo accontentato».


"Difficile accettare di dover smettere a 28 anni"

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Su cosa direbbe ai giovani per spiegare il DNA europeo del suo Milan: «Era l’unità di una società che aveva al comando due dirigenti esperti e del calibro di Berlusconi e Adriano Galliani. Berlusconi aveva una visione e l’ha portata avanti scegliendo bene allenatori e giocatori. Negli anni abbiamo avuto una squadra super: con Tassotti, Franco Baresi, Alessandro Costacurta, Maldini e Filippo Galli avevamo la difesa migliore d’Europa. A centrocampo con Carlo Ancelotti c’erano Donadoni, Rijkaard, Angelo Colombo, Alberico Evani e Demetrio Albertini; in attacco io, Ruud Gullit, Pietro Paolo Virdis, Daniele Massaro ecc. La mentalità era quella di vincere sempre, a tutti i costi. Anche se ci trovavamo sotto a pochi minuti dalla fine. Il tecnico è importante, ma se hai un nucleo di campioni è tutto più facile».

Van Basten sulle sfide odierne con i fuoriclasse di quel Milan sui campi da golf: «Donadoni è tra i migliori e quando vengo in Italia, è bello ritrovare i miei ex compagni su un campo da golf e stare insieme. Con Gullit ho giocato in Olanda ed è bravo. Mi hanno detto che è forte anche Andriy Shevchenko: lui e Donadoni sono intorno all’1 di handicap».

Sull'infortunio alla caviglia che gli ha fatto lasciare il calcio presto: «È stato difficile accettare di dover smettere di fatto a 28 anni. Ho visto Maldini, Costacurta, Baresi e Tassotti che hanno giocato quasi fino a 40 anni e per loro è stata una bella cosa. Sarebbe piaciuto tanto anche a me, ma mi sarei accontentato anche di 7-8 stagioni in più. Purtroppo non è stato possibile».

Van Basten: "Sono convinto che il Milan tornerà a vincere"

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Su cosa serve al Milan per tornare a vincere: «Il Milan è un grande club, ha uno stadio fantastico e una tifoseria super. Purtroppo negli ultimi anni l’Inter ha ”comandato” e per i milanisti è stato un colpo al cuore. Tempi difficili .... Sono convinto che il Milan tornerà a vincere. Magari potrebbe aiutare avere più italiani. Avete dei giocatori bravi che però le vostre squadre utilizzano poco e la Nazionale ne risente. In Spagna, per esempio, valorizzano di più i talenti».

Sulla nuova idea di calcio che Paulo Fonseca sta cercando di trasmettere al Milan: «Non ha i grandissimi giocatori che c’erano ai miei tempi e così non è facile fare sempre risultato. L’allenatore è cambiato dopo qualche anno: bisogna dare tempo a Fonseca di lavorare e avere pazienza».

Su Zlatan Ibrahimović, conosciuto quando erano entrambi all'Ajax: “Io facevo il tecnico del vivaio, lui era giovane ma già in Prima Squadra. Ci siamo incrociati sul campo di allenamento e mi ha chiesto di fargli vedere cosa sapevo fare con il pallone, ma con quella caviglia non potevo più né correre né calciare”.

"Ibra, mentalità vincente: sarà d'aiuto al Milan per tornare al top"

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Su Ibra nel ruolo di manager: “Non pensavo che sarebbe diventato dirigente, ma ha vissuto tanto tempo nel calcio e ha parecchia esperienza. Le società hanno bisogno di persone che hanno giocato, che sanno cosa vuol dire essere un calciatore. Zlatan ha girato il mondo, è stato in tanti club, ha sempre mostrato una mentalità vincente e la trasmetterà. Può essere un grande aiuto per portare il Milan di nuovo al top”.

Su Tijjani Reijnders, suo connazionale: “La sua esplosione per me è stata un po’ inaspettata perché all’AZ era abbastanza bravo, ma ... senza esagerare. A Milano è arrivato a 25 anni, quindi già formato, e non credevo che potesse diventare così forte, fare così tanti progressi. In campo è divertente perché fa quello che pensa e trasmette gioia. Ogni tanto sbaglia, ma non ha paura e spesso gli riescono giocate incredibili. Se è tra i migliori centrocampisti al mondo? Sì, è tra i più grandi in circolazione”.

Su Álvaro Morata tra alti e bassi: “Ha avuto un paio di infortuni e per un attaccante non è facile se stai fuori e non trovi il feeling con il gol. All’Atlético Madrid è andato bene e ha esperienza: sono convinto che darà una bella mano alla squadra nella seconda parte della stagione”.

"Camarda, pepita d'oro. Leão può ancora crescere"

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Su Francesco Camarda futuro del Milan: “So che è molto giovane e ho visto un po’ delle sue azioni in Prima Squadra: il Milan ha una pepita d’oro in mano e mi auguro che possa aiutare il club a vincere”.

Su Rafael Leão: “È bravo, salta spesso uno-due avversari in dribbling e ha spunti che non si vedono spesso. Leão è uno dal grande potenziale e sta a lui mostrarlo a pieno. Può crescere ancora tanto e fare meglio”.

Su Real Madrid-Milan 1-3 in Champions League: “È stato un successo bello. Come quelli del passato. Sono stato da Ancelotti la settimana dopo e per lui non è stata una grande partita .... Il Milan invece ha ottenuto una grande risultato e si è rilanciato nella classifica di Champions”.

Van Basten: "Vincere la Champions? Milan, puoi riuscirci in futuro"

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Sulla possibile qualificazione del Diavolo agli ottavi: “Mancano due vittorie, e in Europa non ci sono partite facili. Auguro al Milan di evitare i playoff e di andare direttamente agli ottavi. Pensare di vincere la Champions è ... tanto, ma in futuro può riuscirci di nuovo”.

Sulla sua favorita in Champions League per questa stagione: “Il Liverpool. Conosco Arne Slot, ho parlato varie volte con lui ed molto bravo. Ha un’idea di calcio molto chiara e i risultati fanno capire che è riuscito subito a incidere sulla squadra, a trasmetterle ciò che ha in mente”.

Sulla corsa allo Scudetto in Serie A, con il Milan fuori dalla corsa: “La Serie A quest’anno è divertente perché ci sono tanti club vicini e in lotta per il titolo. La classifica dice che 6-7 formazioni possono conquistare lo Scudetto e questa è una bella cosa per i tifosi, ma anche per il calcio italiano che sarà più seguito anche all’estero”.

"Gyökeres da tenere d'occhio. Su Zirkzee vi dico che ..."

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Sull'Atalanta di Gian Piero Gasperini: “Vedendola in tv mi piace: gioca in maniera aggressiva, è divertente e non ha paura di nessuno. Da anni Gasperini mette in pratica questo calcio fatto di ritmo e pressione e i risultati gli stanno dando ragione: è primo in campionato e sta andando forte in Champions. Atalanta nel 2025 come il Verona nel 1985? Sarebbe una cosa epocale, ma anche la Fiorentina, la Lazio e il Bologna sono vicine o addirittura davanti a qualche big. Può succedere di tutto”.

Sui migliori attaccanti d'Europa in questo momento: “Sono stato a Madrid recentemente e Kylian Mbappé e Vinícius Júnior sono davvero fortissimi. Anche Erling Braut Haaland è molto bravo”.

Su Viktor Gyökeres: “Sta bussando forte ... alla porta ed è uno da tenere d’occhio”.

Su Joshua Zirkzee che ha scelto il Manchester United invece del Milan: “Lui è un buon giocatore, ma è giovane e gli manca esperienza. Ha fatto una bella stagione al Bologna, ma con tutto il rispetto, il Bologna non è il Milan, l’Inter o lo United. Bisogna dargli tempo”.

Sul possibile ritorno in campo in altra veste: “No, perché non ho più la possibilità di fare uno scatto o di correre forte. La caviglia è sempre lì (sorride, n.d.r.) e gli anni da calciatore si fanno sentire. Succede anche a Gullit e a Rijkaard .... Prima potevo giocare un po’ a golf o a squash. Ora, meglio vedere lo sport dalla tv che farlo. Gli anni passano ...”. LEGGI ANCHE: Milan, esonero per Fonseca? Il retroscena: "Sembra che i dirigenti ..." >>>