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L'intervista di Didier Deschamps (Commissario Tecnico Francia) a 'La Gazzetta dello Sport' | AC Milan News (Getty Images)
Didier Deschamps, Commissario Tecnico della Francia, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.
Sull'assenza dell'Italia ai Mondiali in Qatar: «Un peccato, per me tutte le grandi Nazioni dovrebbero esserci. Purtroppo non c’è l’Italia. So cosa vuol dire: l’ho vissuto due volte di fila da calciatore».
Sulla convocazione di Olivier Giroud: «Sa ciò che voglio da lui. La sua situazione è cambiata rispetto all’Europeo, ma ho fiducia in lui per ciò che fa in campo e fuori. I gol non sono determinanti, la decisione era presa da un po’. Considero che sia meglio per la Francia che sia con noi. Tutti vorrebbero essere titolari, ma il gruppo è più importante».
Sulla mancata convocazione di Mike Maignan: «Purtroppo non poteva essere operativo in tempo, senza bruciare le tappe. A volte la maglia può pesare, ma ha avuto sfortuna con l’infortunio delicato al polpaccio. Da lunedì ho bisogno di giocatori pronti a focalizzarsi sul Mondiale».
Sulla convocazione di Adrien Rabiot: «Con noi si è già affermato da tempo ai massimi livelli. Non entro nel dibattito dei ruoli che ricopre in club o sui problemi della Juve. Adrien è un grande giocatore d’esperienza, di equilibrio, come ama considerarsi. Conto molto su di lui».
Sulla convocazione di Theo Hernández: «Si valutano troppo i terzini su assist e gol, ma restano dei difensori. A Theo chiedo di fare quel che fa molto bene al Milan: ha ottime doti di cross e tiro, propende per l’attacco, va equilibrato con piccoli aggiustamenti, come fa con Stefano Pioli».
Sul perché l'Italia sia rimasta fuori dalla rassegna iridata: «Non si spiega, ma non per questo non avete meritato l’Europeo. Non mi metto nei panni di Roberto Mancini, ho già abbastanza problemi, ma è davvero triste che non ci sia l’Italia».
Sul paradosso della qualificazione degli azzurri alla fase finale della Nations League: «E’ la legge del calcio. Reagire è sempre positivo: dopo l’eliminazione dall’Europeo abbiamo vinto la Nations. Ma a scegliere, sono sicuro che Mancini avrebbe preferito il Mondiale».
Sui vantaggi e sugli svantaggi di un Mondiale in autunno senza preparazione: «In Brasile avevamo 28 giorni di ritiro, 24 in Russia, quest’anno una settimana. Non è ragionevole. I giocatori arrivano meno stanchi, ma rischiano più infortuni perché hanno giocato ogni tre giorni. Non ci sono viaggi da fare ma non ci alleniamo dove si gioca».
Sulle polemiche per lo svolgimento dei Mondiali in Qatar: «Da C.T. non c’è nulla di più bello di un Mondiale, ma non ignoro il contesto, senza dimenticare quello dei Mondiali in Russia e Brasile. C’è più attenzione mediatica, ma il torneo è stato assegnato più di 10 anni fa. La Federazione ha chiesto garanzie sui lavoratori nel nostro campo base ma rimaniamo ospiti di un Paese organizzatore».
Su tanti giocatori che sembrano meno coinvolti: «Il calcio è un mondo a parte, ma molti miei giocatori sono impegnati nel sociale. Non impedirò a nessuno di esprimersi, anche se c’è sempre il rischio che siano malintesi soprattutto su temi così complessi. Nessuno fa l’unanimità, ma partecipare non significa sottoscrivere».
Sui recenti scandali di Paul Pogba e Kylian Mbappé: «Quella del marabutto è una bufala e Paul è vittima di un tentativo di estorsione. Il clima non è sereno, ma può far bene: in genere se i francesi si sentono troppo sicuri, falliscono. Anche se poi è meglio non esagerare ...».
Sul suo contratto in scadenza: «Non è un problema, non penso al futuro. Finora non è andata male. Serve adattarsi, evolvere. Motivazione e determinazione sono intatte. Rimango pragmatico e punto a passare il girone. Poi ogni gara sarà una ghigliottina».
Sulla possibilità di eguagliare Vittorio Pozzo vincendo due Mondiali di fila: «Il mio obiettivo non è la gloria, ma vincere. Ma si va per tappe. E alla fine vince solo una squadra».
Sulla possibilità di allenare in Serie A: «Oggi non ci penso, ma è vero che è un torneo più omogeneo, molto competitivo, con qualche sorpresa in funzione delle difficoltà di certe grandi squadre. Un po’ come la Premier League».
Sul baricentro della Francia spostato in attacco: «A centrocampo abbiamo comunque giocatori di gran qualità. Mbappé e Karim Benzema ti fanno vincere con i gol, ma dipendono pure loro dal collettivo. Servono solidità e equilibrio di squadra. Anche per questo Antoine Griezmann è prezioso. Insomma, non mi lamento». Un top club europeo vuole Leao a gennaio: le ultime news >>>
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