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Giorgio Furlani (CEO AC Milan) con Zlatan Ibrahimovic a Milanello | Milan News (Getty Images)
Giorgio Furlani, dirigente del Milan, si racconta a tutto tondo a 'La Gazzetta dello Sport'. Nella sua lunga intervista a la rosea, l'amministratore delegato rossonero ha parlato dell'Inter, degli obiettivi del Diavolo, del mercato, di Ibrahimovic e di tanto altro ancora. Ecco un estratto delle sue parole sul ruolo di Ibrahimovic (QUI TUTTA L'INTERVISTA).
«A livello formale Zlatan non ha deleghe con cui poter decidere, ma il nostro approccio al lavoro non è “formalistico”. C’è un gruppo che opera e decide in piena collegialità. Il mio rapporto con Ibra è fantastico e sono fortunato ad averlo vicino, è curioso, conosce tante realtà e sa che cosa è il calcio di oggi. Siamo complementari, lui è uomo di campo, io un manager. Io non posso parlare a Maignan con il suo stesso linguaggio. Io al Milan ci tengo, ci tengo proprio. Ribadisco, le condizioni in cui si era trovato a essere il club hanno accentuato in me una forte attenzione, responsabilità e avversione agli azzardi che mi impediscono di essere irrazionale. Quando mi è stata offerta l’opportunità di far parte della società, mi sono fatto una domanda: “Sul letto di morte mi pentirò di averlo fatto o no?” Ho risposto di no. Per me non è questione di carriera, c’è solo il Milan: il club a cui sono legato oggi e per sempre. Non cerco la ribalta nel calcio, non andrò mai in nessun’altra società». LEGGI ANCHE: Fiorentina-Milan. Ecco le parole in conferenza stampa di Stefano Pioli
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