Sulla scelta di Taremi: «Il Porto è una grande squadra e per me è casa, ma il Milan è... il Milan. Sicuramente andrà a guadagnare uno stipendio superiore, ma lo ha cercato un club che ha un fascino storico forse unico al mondo. E io posso dirlo perché l’ho visto con i miei occhi. La prima volta che misi piede a Milanello sentivi che eri in un posto diverso dagli altri: respiravi grandezza e storia. È vero che la società ha attraversato anni di inspiegabile buio, ma adesso mi sembra lanciata per tornare definitivamente quella di una volta, anche grazie al mercato».
Sulla campagna acquisti del Milan: «La sconfitta nel derby in semifinale di Champions ha dato, forse, ancora più rabbia per crescere e potenziare la squadra. Quanti ne hanno presi? Tantissimi! Pulisic e Loftus-Cheek dal Chelsea, ad esempio, hanno dato ancora di più una dimensione internazionale, mentre Taremi sarebbe l’ultima fetta di torta che rende tutto più dolce e serve per lo scudetto e la Champions. Pioli ha una squadra “europea” e io da rossonero me la godo».
Su Lukaku: «Ho seguito le vicende da lontano, un bel caos da quando ha deciso di non restare all’Inter. Sarebbe stato un passaggio di mercato incredibile, da una milanese all’altra, ma quello che conta è che Lukaku e Taremi sono... il giorno e la notte. Diversissimi. Avendo già Giroud, il Milan ha scelto bene così». LEGGI ANCHE: Capitolo Taremi. Si aspetta un ultimo tentativo del Milan
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