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Ganz: “Milan, credi allo scudetto. Ecco le analogie con la mia squadra”

Salvatore Cantone

Maurizio Ganz, tecnico del Milan femminile, ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Ecco cosa ha detto

Maurizio Ganz, tecnico del Milan femminile, ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Ecco le parole di Ganz: "Cosa mi ricorda Milan-Sampdoria? Il mio gol in quel 3-2 storico, ovviamente. Una rete arrivata in pieno recupero al termine di una partita incredibile in cui la differenza la fece proprio quel pallone, entrato dopo una carambola su un difensore della Samp".

La Gazzetta titolò “L’urlo di Ganz al 95’”.

“A voler essere precisi, quello fu l’urlo di tutto il popolo rossonero. E pensare che tanti tifosi quel gol nemmeno lo videro perché stavano uscendo dallo stadio, o erano già usciti. Cosa che non va mai fatta... Fu una giornata pazzesca per me e per tutto il Milan”.

Berlusconi le pronosticò che il suo sarebbe stato il gol che vi avrebbe fatto vincere lo scudetto.

“Fu un buon profeta anche quella volta. La Samp fece una grandissima partita, ma sbagliando tanto. Noi sbagliammo di meno. Era la quart’ultima giornata e fu come un segno dal cielo, che ci permise poi di vincere un campionato inaspettato. Ma mi ricorderò sempre anche le parole di Galliani: lo definì lo scudetto più bello di sempre proprio perché inatteso. Fu un’annata incredibile, difficilissima e straordinaria. Insomma, recuperare sette punti in sette giornate alla Lazio capolista non è qualcosa che capita spesso”.

Lungo quelle partite che cosa vi diceva Zaccheroni?

“Fu intelligente a cambiare sistema di gioco. Non sempre gli allenatori riescono a percepire la volontà della squadra. In realtà capimmo tutti, lui per primo, una cosa molto semplice: avremmo sempre dovuto fare un gol più dell’avversario. Tra i miei gol, oltre a quello con la Samp, ne ricordo altri due importanti, anch’essi arrivati in pieno recupero: quello a Piacenza, che ci diede l’1-1, e il rigore con il Bari in casa, che ci diede il 2-2. Altri segni importanti di un’annata pazzesca”.

Qual è stato il segreto di una rimonta così difficile?

“Il gruppo, la voglia di vincere, la convinzione di poter rimontare. Era un gruppo di grandissimi campioni”.

Sull’esempio di 22 anni fa, quindi, è giusto crederci anche ora.

“Il Milan deve crederci sempre e comunque, è giusto farlo. C’è la possibilità fin quando ci sorreggerà l’aritmetica. Questa è una squadra che crede molto nel concetto di migliorarsi partita dopo partita, ed è una condizione ottimale. La base di partenza era arrivare fra le prime quattro, ora siamo secondi ed è giusto stare attaccati alla vetta fino all’ultimo. Poi si vedrà”.

Parliamo di Pioli. Si può dire che poche volte c’è stato un uomo giusto al posto giusto come in questo caso?

“È vero. Si è messo a disposizione del club partendo da zero. Questo è il suo grande merito, di cui ora stiamo vedendo i frutti. Quando è arrivato ha trovato alcuni problemi, ma li ha risolti. Sta facendo qualcosa di eccezionale, a livello di spogliatoio e di condizione fisica. Ha sistemato entrambi gli aspetti”.

Vi capita di confrontarvi? Tra l’altro Pioli fu suo allenatore a Modena.

“Ci siamo incrociati anche prima, da calciatori. Al Milan non ci vediamo molto perché noi siamo al Vismara, ma quando ci incrociamo si parla di pallone e vi assicuro che parliamo la stessa lingua”.

Ganz in passato aveva parlato di analogie fra il Milan di Pioli e il suo Milan femminile: quali sono?

“Intanto diciamo che per me non esiste calcio maschile e femminile, ma esiste il calcio. Ho conosciuto delle gladiatrici, sono fantastiche, ho trovato tecnica, fisicità e tattica. E con queste tre componenti si parla appunto solo di calcio, senza distinzione di genere. Vedo analogie anche nel senso di appartenenza per esempio. Sentono molto la maglia, sentono di dover dare tutto e cercano di vincere ogni partita. È qualcosa che si vede anche nella squadra di Stefano”.

Il vostro obiettivo stagionale qual è?

“Intanto vorrei ricordare che l’anno scorso siamo arrivati secondi. Cioè, in realtà terzi per via di un algoritmo (Juve prima, Fiorentina seconda), cosa per me ingiusta ma che abbiamo accettato perché il Milan accetta anche queste cose. L’obiettivo di quest’anno è centrare la qualificazione in Champions, ovvero primo o secondo posto. Stiamo facendo un grandissimo campionato, siamo secondi con 15 vittorie su 17 partite. Le sconfitte sono arrivate con la Juve capolista”.

Ganz, qual è la sua idea di gioco?

“Innanzitutto cercare di divertirsi negli allenamenti. La filosofia è quella di imporre il nostro gioco. Andare a prendere gli avversari alti, il recupero palla alto. Tenere il pallone fra i piedi e comandare la partita”.

E poi avete bomber Giacinti, reduce da uno strepitoso poker nel derby.

“Certo, ma non c’è solo lei. In fase offensiva abbiamo tante giocatrici interessanti. Per esempio Dowie che sta facendo un campionato splendido, o Tamborini, una giovane di grande avvenire. Possiamo contare su ottimi attaccanti per puntare in alto”.

Lei ha rinnovato poche settimane fa, a stagione in corso. Ovvero un rinnovo non legato agli obiettivi ma al progetto: è la cosa più bella che può esserci per un allenatore?

“Senz’altro sì. Quando il rinnovo è fatto per il progetto, non si può che essere felici. Il mio sogno, dopo aver vinto con la maglia del Milan da giocatore, è farlo da allenatore. Spero possa accadere presto. Sono felice per la fiducia, vuol dire che ho fatto qualcosa di importante al di là dei risultati”.

Quali sono stati gli aspetti più complessi nel passare dal calcio maschile a quello femminile?

“La cosa più semplice è poterle allenare. Danno sempre il cento per cento e hanno sempre voglia di imparare e migliorare. La difficoltà a volte è comunicare con loro, ovviamente la gestione a cui sono stato abituato in ambito maschile è diversa dal femminile. So che con loro devo essere sempre diretto, magari a volte crudo, ma apprezzano molto. I giri di parole non vanno bene. Ma è senz’altro una qualità”.