Gerry Cardinale torna a parlare del Milan. Ecco le parole nel corso della sesta edizione del 'Business of Football Summit'
Gerry Cardinale torna a parlare del Milan e non solo. Il patron di RedBird e del Diavolo è intervenuto nel corso della sesta edizione del 'Business of Football Summit - The Path to Profit', evento che ha avuto luogo a Londra grazie al Financial Times. Ecco le sue parole.
Sul suo arrivo al Milan: "Sono stati 18 mesi molto lunghi. Mi sono detto che se davvero avessi deciso di fare questo in un grande club europeo non lo avrei fatto col fucile spianato, quindi mi sono preso un anno per studiare, guardare e capire meglio. Nei miei 30 anni di carriera ho avuto il privilegio di stare intorno ai migliori proprietari sportivi americani, negli ultimi 5 anni ho avuto il privilegio di stare a contatto con il Liverpool e diventare il proprietario del Tolosa… È stato un processo di apprendimento. Sapevo che al Milan sarebbe stato un qualcosa di più che un processo di apprendimento. Quello che abbiamo fatto negli ultimi 18 mesi è stato mettere i pezzi al posto giusto per dare forma alla nostra “Investment Thesis”. Ci sono diversi progetti: intorno al Milan, intorno alla Serie A. Dobbiamo essere un “agente di cambiamento”. Quello che sta succedendo in Italia, ma francamente anche in tutta Europa, è definibile come un po’ di follia. Tutti vogliono un risultato diverso, tutti vogliono vincere. Il mondo è cambiato, il Milan è dove è ora, il team con più Champions League al mondo dopo il Real Madrid, grazie a Silvio Berlusconi. Il modo in cui è riuscito a farlo non è più una strada percorribile".
Su Ibrahimovic: "Zlatan Ibrahimovic mi permette di essere negli Stati Uniti e allo stesso tempo di essere a Milano. Ha l'autorità di essere la mia voce al Milan con giocatori, staff e chiunque. Quando l’ho incontrato ero davvero molto curioso. Volevo prendere il suo far parte del mondo sportivo più importante d’Europa e metterlo nel nostro mondo di intendere gli investimenti. Quando qualcuno compra un club inizia a metterci dentro consulenti e dirigenti di vario tipo, tutte cose con cui persone come me hanno familiarità. Ma chi conosce il calcio europeo e il Milan meglio di Ibra? È il più grande uomo squadra che io abbia mai incontrato. Non parlo solo di campo: la sua umiltà, la sua intelligenza. Abbiamo esperienza di collaborazione con persone come lui, da Dwayne Johnson a LeBron James passando per Ben Affleck e Matt Demon e in Zlatan vedo le stesse cose. Se riesci a trovare persone che possono scavalcare il loro mondo e campo per entrare nel mio allora vai a creare una partnership molto potente".
Sulla distanza tra il calcio italiano e il resto d'Europa: "Abbiamo molto da fare, il gap con la Serie A è molto importante".