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Ruud Gullit | News (Getty Images)
Intervenuto nel corso del 'Festival Dello Sport', Ruud Gullit ha rivelato un aneddoto del match tra Stella Rossa e Milan, diventata famosa per la fitta nebbia. Queste le parole dell'ex calciatore rossonero: "Quando non c'era la nebbia io ero in tribuna e nessuno ha visto il gol che hanno fatto. La nebbia è stata strana, sembrava un tappeto che scendeva, come se qualcuno l'avesse fatto di proposito. Hanno chiamato poi il mio fisioterapista, mi ha trattato. Sono andato in corridoio per correre per non farlo vedere agli avversari. Hanno detto che potessi giocare 40 minuti non di più. Prima della partita sono andato in campo a vedere l'erba, a guardare il pubblico e mi hanno gridato contro. Volevo sentire l'emozione che avevano. Mi davano più forza. Sono andato in panchina e al 40' circa Donadoni è caduto e ha ingoiato la lingua, stava morendo. I giocatori non potevano vederlo, erano spaventati. Era grave. Il dottore l'ha salvato togliendogli la lingua e l'hanno mandato in ospedale. Tra primo e secondo tempo eravamo scossi".
"Avevamo fatto un gol non dato, dentro di un metro. Poi, il momento più importante: durante l'intervallo abbiamo sentito lo speaker dire qualcosa e tutti hanno fischiato. Poi la traduzione diceva che Donadoni era in ospedale, ma che era fuori pericolo. Sentire che fischiavano questo ci ha dato una rabbia che ci siamo tutti alzati e volevamo giocare subito. Volevamo far vedere che avevamo più umiltà ed eravamo più forti. Giocavamo con una squadra molto forte, ma abbiamo giocato la partita della nostra vita. Abbiamo vinto con un rigore. A fine partita è venuto il presidente avversario per scusarsi dell'accaduto e noi abbiamo detto vaf... Questi episodi la gente non li sa, ma sono energia che ti può alzare nei momenti difficili", ha detto Gullit. Le Top News di oggi sul Milan: parla De Ketelaere, vittoria netta delle rossonere
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