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Zlatan Ibrahimovic (attaccante AC Milan) durante Milan-Verona (Serie A 2020-2021) | News (Getty Images)
"ULTIME NOTIZIE MILAN NEWS - Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan, ha rilasciato una lunga intervista a 'SportWeek', settimanale de 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Queste alcune delle dichiarazioni più importanti di Ibrahimovic.
"Ibrahimovic su cosa chiede per il Milan a Babbo Natale: "Sono 'iocentrico', se non avessi messo il mio io davanti a tutto non sarei qui. Per me non chiedo mai niente. Sono io Babbo Natale, sono io che porto i regali a tutti i miei 27 bimbi: due sono in Svezia e gli altri 25 a Milanello. Quest'anno tanti complimenti, per quel lo che abbiamo fatto e per quel lo che stiamo facendo. Ne abbiamo perse pochissime. Non so se è grazie a me, ma qualcosa ho fatto, qualcosa ho portato dentro. Quando sono arrivato a gennaio scorso, il Milan era dodicesimo. E avevano già scritto il finale, avevano già giudicato prima di vedere i risultati: non c'era partita. Invece siamo arrivati al top, stiamo dimostrando di essere parte del top e ora bisogna continuare così".
"Ibrahimovic sul suo essere 'rissoso': "Sono rissoso, è vero. La rissa mi fa sentire vivo. La prima della mia vita è stata contro me stesso, per capire chi ero, cosa volevo. L'unico vero nemico ero io: quando ho vinto contro me stesso, ho iniziato a volare".
"Ibrahimovic sul suo amore per il Milan: "Forza Milan. Ho giocato in tanti club e ho rispetto per tutti i miei club. Grandi ricordi. Ma il Milan è il club dove mi sento a casa. Vado a Milanello ogni mattina e non ho fretta di tornare a casa, perché sono a casa. Mi sono sentito così la prima volta che sono venuto al Milan, era il 2010. Con Adriano Galliani e Silvio Berlusconi, con la squadra, tutti quelli che lavoravano li, c'era un altro feeling, un'altra atmosfera. Ti facevano sentire a casa. "Sei a casa tua, fai quello che vuoi però devi portare i risultati". Questo mi piaceva perché potevo essere me stesso e allo stesso tempo giocavo per uno dei club più grandi al mondo. Per questo per me il Milan è il top of the top. A Milano ho tanti amici, non sarà strano per me viverci anche quando avrò smesso di giocare: in questi dieci anni è cresciuta tanto, è molto internazionale, mi piace. E mi spiace per questo CoVid_19".
"Ibrahimovic sulla madre, Jurka: "Quando non facevo le cose, mi picchiava. Quando sbagliavo, anche se non pensavo di sbagliare ed invece sbagliavo, lei mi picchiava forte forte. Molto forte. Una volta sono salito sul tetto di una casa e sono caduto giù. Sono tornato a casa con un occhio blu, tanto male. Ho aperto la porta e sono corso da lei, piangevo: mi ha guardato e mi ha dato uno schiaffo".
"Ibrahimovic sugli insegnamenti che ha ricevuto da piccolo: "Odio è una parola brutta, odiare qualcuno è grave. Significa che hai passato il limite, nel mio mondo non c’è odio. Io non odio. Se mi chiedi cosa non mi piace, ti dico le persone false, ma se sei un po’ intelligente le riconosci, non c’è bisogno di odiarle. Io sono chi sono, ma posso essere anche il contrario, perché sono stato tutte e due: povero e ricco. Ecco, una cosa che non mi piace è questo mondo costruito, finto.I famosi salutano i famosi come se si conoscessero “ehi, ciao come stai?”. Io se non ti conosco, non ti conosco".
"Ibrahimovic sull'avanzare dell'età: “La vecchiaia non mi fa paura. Tutte le volte che ho fatto dei programmi, non è andata come volevo. Sono più per carpe diem. Bisogna stare bene in salute innanzitutto e far stare bene tutti quelli che ti sono intorno, positive energy e positive vibes. Vibrazioni positive. Perché da un momento all’altro può cambiare tutto. Quando mio fratello Šapko è morto, quando se l’è portato via a 40anni in 14 mesi la leucemia, ho capito che la vita va veloce, devi stare bene, godere, perché non devi avere rimpianti".
"Ibrahimovic su una cavolata fatta nel suo passato: "Una volta ho rubato una macchina, ma non perché mi servisse come le biciclette, era solo per adrenalina. Però sono scappato giù subito, perché non mi sentivo bene. Eravamo 5 amici, le cazzate del ghetto, tante cazzate".
"Ibrahimovic e il suo undici ideale sul campo di calcio: “In porta c’è Buffon. Il più forte. Maxwell terzino sinistro, è mio amico. Poi se mettiamo animali, Nesta e Cannavaro centrali: quante risate con Fabio, mi portava a Napoli in scooter, era matto… ma io di più. Terzino destro, Maicon. Poi Nedved numero uno, lui mi ha migliorato più di tutti, di testa e nel mio gioco. Poi Vieira e Xavi. Posso mettere gente con cui non ho giocato? Forse terzino destro metto Cafu, più cattivo. L’attacco è facile: Zidane trequartista. Ronaldo il Fenomeno, il mio idolo. E Maradona, perché è il più forte di tutti i tempi. Sì, lui era più forte anche di me. Io questa volta sono allenatore, e un giorno chissà se lo sarò davvero".
"Ibrahimovic sui segreti del suo gioco: "Magie? Ne ho fatte tante, troppe. La più importante è aver fatto la differenza in campo. A tanti sembra impossibile che io, alto quasi due metri, sia capace di fare quello che faccio. E non l'ho fatto solo una volta, l'ho fatto tante volte. Questo mi piace. Quando ero piccolo avevo in testa di diventare più completo possibile, non volevo essere bravo solo nel dribbling o nel tiro o di testa. Io volevo essere il più forte in tutto. Sono completo, questa è la mia magia. Io sono focus. Quando faccio una cosa, devo raggiungerla. Quando sono in campo sono 200 % focalizzato e pretendo lo stesso da tutti i compagni. Poi dopo scherziamo".
"Ibrahimovic sul fatto di non aver mai vinto il Pallone d'Oro: "Non cambierei i miei 12 'Guldbollen' (il Pallone d'oro svedese, n.d.r.) per uno di 'France Football'. Perché per me significano continuità. Ho visto tanti che hanno vinto Mondiale, Europeo, Champions League, anche il Pallone d'Oro, hanno avuto un anno meraviglioso, fantastico, poi dopo sono spariti. Invece io sono nel game da 25 anni. Sempre al top. Sempre al top. Allora non cambio niente per una cosa, perché una cosa è come un k.o., un colpo fortunato, Questo non è un one lucky shot. C'è una grande differenza".
"Ibrahimovic su come trova gli stimoli per essere decisivo a 39 anni: "La vittoria è la mia droga. È difficile spiegare, però quando sono in campo io devo vincere. A tutti i costi, ma sempre. Ho un rating di vittorie in allenamento, nelle partitelle, del 95 %. Non è una bugia. Quando perdo si vede, ma non capita spesso perché non perdo. Sono troppo fissato di vincere, ma troppo. Forse si è capito anche con la squadra, come nel pareggio contro il Parma: forse sei mesi fa sarebbero stati contenti, invece stavolta erano tutti incazzati e il giorno dopo lo erano ancora. Così deve essere. (In assoluto, droga è una parola brutta. La gente che si droga è gente debole. Quelli che hanno tutto e si ammazzano non li rispetto, In strada c'è gente che non mangia, dorme sotto i ponti e non molla, perché è forte)".
"Ibrahimovic sugli obiettivi stagionali con il Milan: "Ho vinto in tutti i club dove ho giocato, ma quest'anno col Milan è di sicuro la sfida più bella e più difficile della mia carriera. E vediamo come finirà, perché se mi torna qualcosa sarà la vittoria più bella, il meglio che ho fatto. Non ho paura di sognare che possiamo riuscirci". LEGGI QUI L'INTERVISTA DI IVAN GAZIDIS ALLA GAZZETTA DELLO SPORT >>>
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