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Zlatan Ibrahimovic (attaccante AC Milan) ha rinnovato il suo contratto con i rossoneri fino al 30 giugno 2022 | Calciomercato Milan News (Getty Images)
Zlatan Ibrahimovic, dopo la firma del contratto con il Milan, ha rilasciato un'intervista esclusiva ai microfoni di Milan TV. Ecco le parole di Ibrahimovic: "Mi sento molto felice. Ho aspettato questo giorno, adesso c'è un altro anno ed è quello che conta. Il Milan è come casa mia, sto molto bene. Il club mi fa sentire bene, così come i mie colleghi, il mister e i tifosi, che mi mancano tanto allo stadio. Se posso restare per tutta la vita resto. Dal primo giorno lavorare con mister Pioli è stato molto facile. Ha la giusta mentalità, ha grande energia che trasmette alla squadra e vuole il massimo".
Sulla reazione dei tifosi :"Credo che i tifosi sono contenti del mio rinnovo, anche se qualcuno prima aveva qualche dubbio per mia età. Ho dimostrato però che l'età non importa. E' tutta una questione mentale. Se ti predisponi a fare certe cose, ce la fai. La mia mentalità è sempre migliorare e fare il massimo possibile. In campo o ce l'hai o non ce l'hai. Quello non va mai via. Devi solo stare bene fisicamente".
Sempre sui tifosi: "Dal primo giorno ho avuto un grande feeling con loro provando a dare sempre il massimo per loro. Senza di loro non è facile giocare. Con loro allo stadio è un'altra cosa. Il rapporto con loro è sempre stato rispettoso. Quando gioco provo a dare sempre il massimo".
Sul ruolo di Ibrahimovic nel Milan: "Provo ad aiutare il più possibile. E' motivazione, adrenalina, quando vedi i giovani e la loro crescita dal primo giorno che sono arrivato ad oggi. Tutti sono disponibili per fare il massimo. I giocatori hanno capito individualmente il sacrificio che devono fare per arrivare dove siamo oggi. E' tutto in testa".
Sul progetto del Milan giovane: "Sì mi piace, così mi sento giovane. Mi fanno sentire giovane. C'è questa concorrenza con loro: quando corrono devo fare uguale perchè devo fare il massimo. Mi sfidano, fanno uscire il meglio di me. Questa è la mentalità. Questo nuovo progetto del Milan mi piace, perchè una sfida differente. Ero abituato a giocare con grandi campioni che hanno vinto tutto o quasi tutto. E' un'altra situazione. Hai altre responsabilità. Quando giochi con i campioni tutto si risolve in campo, qui è differente: devi far vedere la strada per il successo. E' questo che voglio trasmettere a questi giocatori. E' una grande sfida, ma se lo fai bene, ti torna ancora di più rispetto a quando giochi con i campioni".
Sul grande gol fatto in passato contro il Lecce: “Era dieci anni fa, quando correvo di più e potevo attaccare gli spazi (ride, ndr). Era arrivato il pallone, ho visto che il portiere era fuori e ho detto: “Proviamo. Se entra entra, altrimenti non c’è problema”. Ed è entrato. Quando fai questi gol, e non succede tutti i giorni, ti dà un feeling particolare. Quando non entra sembri uno che non c’entra niente col calcio, ma quando entra sei un genio. E in quel momento ero un genio (ride, ndr)”.
Sul fatto che i compagni lo seguono in tutto e per tutto: “Non posso giudicare com’era prima che arrivassi, quando sei un leader e sei un esempio se ti rispettano ti seguono, ma non c’è bisogno di parlare tanto. Hanno questo rispetto e si dicono “Se lui lo fa e ha vinto così tanto allora è la strada giusta”. Non bastano le parole, devi fare i fatti. Ho avuto la fortuna da giovane di giocare con campioni, li guardavo e li seguivo. Ora invece ho un ruolo differente, gli altri seguono me e sto provando di fare di tutto per aiutare. Poi ognuno, giustamente, ha la propria personalità e il proprio carattere”.
Sul futuro di Ibrahimovic e del Milan: “Vedo grandi cose. Quando sono arrivato a metà campionato, e se guardi fino ad un anno dopo siamo stati sempre primi. Se questo fosse iniziato prima oggi ci sarebbe stato un altro trofeo in bacheca. Però adesso bisogna continuare, normalmente se fai bene per un anno ottieni qualcosa, invece adesso abbiamo fatto bene per un anno e ancora non è finito. Manca poco, dobbiamo continuare così e credere, perché se credi niente è impossibile. Abbiamo dimostrato, quando tanti parlavano e giudicavano “Questo Milan bla bla bla” noi in campo abbiamo dato tutte le risposte. Abbiamo lavorato con sacrificio e dimostrato che possiamo farlo. Poi quando vinci qualcosa hai fame, ne vuoi sempre di più. Quello è il segreto, ma prima devi vincere”.
Sull'obiettivo Champions: “Bisogna credere in quello che facciamo, se continuiamo a crederci allora ce la facciamo. Non è ancora finito nulla, niente è impossibile, ognuno ha i suoi obiettivi. Il mio obiettivo è vincere, se non vinco c’è delusione. Ma questa è la mia mentalità, ognuno ha la sua. Bisogna crederci, questo è il segreto”.
La presentazione di Ibrahimovic a San Siro nel 2010: “Una bella giornata, ero molto carico, volevo già giocare. Sono arrivato dal Barcellona da un momento non positivo, mi è tornato il sorriso in questo momento: ho capito quanto è bello giocare a calcio. Poi con San Siro pieno è una cosa top, e questa ora è una cosa che mi dà fastidio: un anno senza tifosi non è facile. Se ci fossero stati i tifosi quest’anno avremmo avuto qualche punto in più, ti danno adrenalina. Mi dispiace tanto che non ci sono, mi mancano tanto”.
Le caratteristiche dei suoi compagni di squadra: “Dentro al campo siamo tutti uguali, abbiamo gli stessi obiettivi, però poi ognuno lo tratti in modo diverso. Il mio lavoro è quello di stimolare tutti. Quando non sono in Italia e non sono come la squadra devo dire che mi mancano tanto, come mi mancano tutti i miei figli in Svezia; invece quando sono fuori dall’Italia mi mancano 25 figli”.
Sulla carriera post calciatore “Adesso sono molto concentrato sulle mie responsabilità, in campo e fuori. Una cosa alla volta, quello che succederà dopo non lo so. Questa doveva essere un’avventura di soli sei mesi e invece ora siamo già con un anno in più. Fammi fare prima questo e poi parliamo della seconda fase della mia vita”.
La possibilità di fare l'allenatore “Non posso dire si o no, perché se dico sì lo faccio per parola da gentleman. Essere allenatore non è facile, perché è più stressante dell’essere calciatore perché devi trasformare tutte le tue informazioni su altri e loro devono fare quello che dici te. Ma non si sa mai eh…”
Pioli gli ha dedicato una citazione del film “Il curioso caso di Benjamin Button”… “Quello che abbiamo passato l’anno scorso non è stato facile. Ogni partita Pioli mi diceva ‘Ibra, fai il bravo’ e io facevo il cattivo, alla partita successiva ‘Ibrahimovic, fai il cattivo’ e lui faceva il bravo, però comandava lui quando voleva… Facevamo questi giochi. All’inizio non conosci le persone, ma sin dal primo giorno è stato molto facile con lui. Pioli ha la mentalità giusta, ogni giorno ha quest’energia che trasmetta a tutti, vuole il massimo dalla squadra. Mi chiama al mattino e mi chiede: ‘Dove sei, io sto già lavorando’. Mi sfida così”.
Sul ruolo di Ibrahimovic di prima punta: “Sì, sto adattando il mio gioco per aiutare la squadra nel miglior modo possibile. Non posso giocare come 10 o 5 anni fa, perché il fisico e lo stile di gioco cambiano”.
La partita contro il Manchester United: “Abbiamo dimostrato di poter lottare contro queste grandi squadre, in due partite abbiamo dimostrato di essere più forti in quel momento di loro e di meritare di più. Queste partite servono perché ti danno valore in quel che fai: il campionato serve perché ti porta in Europa, l’Europa League serviva per far capire alla squadra per cosa giochiamo. Poi se c’è la Champions meglio, è il più grande torneo che c’è ed è quello per cui stiamo lottando tutti i giorni”.
Se ha parlato con Pioli dopo la sostituzione in Milan-Bologna della scorsa estate? “Quella volta parlai io prima e poi lui, il giorno dopo al contrario. Ma è normale: quando ti senti bene e stai bene vuoi giocare il più possibile, ma Pioli mi vuole proteggere e salvarmi per la prossima partita. Non so se è un mio problema, ma la mia mentalità di essere lì fino alla fine, di dare il massimo perché se do il massimo so che i miei colleghi faranno uguale: con l’adrenalina che hai non sei mai soddisfatto fino alla fine”.
Se è vero che con la Svezia chiamavi sempre a Milanello? “Sì, dopo 5 anni senza Nazionale mi mancava Milanello e i miei compagni. Mi mancava, non ero abituato. L’atmosfera in squadra è top, si parla dentro e fuori dal campo. Il segreto di questa squadra è l’atmosfera”.
Anche lo chef ufficiale del Milan ha dedicato un messaggio a Ibrahimovic, dandogli del “cane da tartufo”… “Miki è un grande chef, sono l’unico che lo attacca quando la pasta non è buona. Mi hanno detto che lui non sarebbe stato presente prima del derby, ma io ho chiamato Galliani e Miki è riuscito a venire; abbiamo poi vinto il derby. È una persona importante per noi, conosce tanti campioni della storia del Milan, ha tanta energia ed è una grande persona”.
Sulla voglia di Ibrahimovic di essere al Milan: “Sento che ho tanta responsabilità anche nei momenti in cui sembra facile. Hai così tanta emozione per il gioco, adrenalina del momento, che se i miei compagni mi vedono correre un po’ di più loro lo faranno al doppio, se posso fare cose che normalmente non faccio le faranno anche i miei colleghi. Ma loro servono più a me che più io a loro. Poi in partita vuoi vincere, perché quando vinci stai bene. Tutto, però, inizia dall’allenamento ed è ciò che ho portato io in questo gruppo: in allenamento quando giochiamo, giochiamo per vincere. Chi gioca contro di me sa che voglio vincere e poi si trasporta in partita ciò che si è imparato in allenamento. Solo che in partita non puoi sbagliare come in settimana, però è per questo che ci alleniamo, per imparare dagli errori che facciamo per non ripeterli in partita ufficiale. Quando vinci c’è un feeling top, si copre tutti gli errori e i problemi con la vittoria. Mi piace vincere, non so se l’ho imparato o è dentro di me, però mi piace e mi sento bene. Tutti i giorni deve essere così”. Intanto dichiarazioni importanti da parte di Kessie, presidente del Milan.
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