Sugli ultras: "Inzaghi quando gira per Milano fa 100 foto e parla con i tifosi, si interfaccia con tutti. Poi c’è quello che può chiedere dei biglietti per la partita. Aspettiamo prima di esprimere un giudizio. Il tifo Ultras com’è fatto in Italia deve cambiare. E lo dico pur avendo una tessera della Fossa dei Leoni, io e mio fratello andavamo in Curva Sud per vedere il Milan. Oggi che ho visto tanti stadi, quel modo di tifare come gli Ultras non può esistere".
Sulle curve: "Qui c’è la ‘ndrangheta, dove vengono fatti salire dei capi dell’organizzazione dalla Calabria verso Milano. Citando l’ordinanza, ad un certo punto questi personaggi chiamano gli steward e decidono chi far entrare e chi meno allo stadio, senza pagare o con biglietto. Il problema è che esiste un fenomeno in cui le Curve non sono più un posto in cui tifare e appassionarsi alla propria squadra. Il modo di amare una squadra dev’essere uguale a quello di chi frequenta la Curva. Un tifoso che non è in curva non è meno importante di quello in Curva".
Su Simone Inzaghi: "La telefonata a Inzaghi, a cinque ore dalla finale, parte con il mister che dice all’ultrà 'Mi risulta che non cantate'. Contestualizzando in questo senso, un allenatore prova a risolvere la questione per aiutare la squadra. Non lo vedo un particolare rilevante".
Sulla penalizzazione: "Penalizzazione contro Milan e Inter? Dipende". LEGGI ANCHE: Milan, Musah è la chiave di volta della stagione: ecco il motivo
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