INTERVISTE

Inter, Calhanoglu: “Metà Milano mi ama, l’altra mi odia. Kessié, vieni qui”

Daniele Triolo

Hakan Calhanoglu, centrocampista dell'Inter, ha parlato anche del Milan e di Franck Kessié in un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport'

Hakan Calhanoglu, centrocampista dell'Inter e per quattro stagioni (2017-2021) al Milan, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le dichiarazioni del classe 1994.

Inter, le parole di Calhanoglu alla 'rosea'

—  

Sull'Inter di Simone Inzaghi a -18 dal Napoli capolista: «In effetti, nessuno si aspettava un’Inter così indietro. Il Napoli merita di stare lì, lo si è visto anche in Champions League, ma è colpa nostra, come lo scorso anno. Potevamo essere più vicini se non avessimo perso punti contro Monza, Empoli, Samp e Bologna: quelli fanno male! Penso che nessuno riprenderà il Napoli, ma noi dobbiamo giocare a prescindere con l’atteggiamento giusto, quello visto con il Porto, in ogni partita. Poi ci teniamo a vincere la Coppa Italia e poi in Champions possiamo sorprendere ...».

Sull'Inter concentrata contro le big e distratta contro le piccole: «È difficile da spiegare, anche io spesso mi chiedo perché. Se battiamo le grandi, è perché siamo forti per davvero, ma a volte con le piccole manca la giusta determinazione. È lì che si perdono i campionati. Ecco dove migliorare tutti insieme, nelle motivazioni e nell’atteggiamento in certe partite».

Su che partita si aspetta in Porto-Inter, ritorno degli ottavi di finale di Champions League: «Una battaglia, in uno stadio che conosco bene. Con la Turchia lì abbiamo perso il playoff Mondiale col Portogallo: sul 2-1 abbiamo sbagliato il rigore del pareggio .... Ma io credo davvero in questa squadra e in questa Champions: sogno di vincerla, magari quest’anno. So che è difficile, ma se passiamo poi può succedere di tutto .... Per farcela a Oporto dobbiamo ripetere la prestazione fatta al Camp Nou».

Se questo è il miglior Calhanoglu di sempre: «Sì, senza dubbio. Sono migliorato in ogni aspetto, sono una persona più matura anche fuori dal campo. È la mia migliore stagione perché mentalmente mi sento sempre sul pezzo».

Su quanto è servita l'Inter per completare il percorso di maturazione di Calhanoglu: «Dal primo giorno in cui sono arrivato, ho capito che qui c’era un’aria speciale. Diversa. Grazie ai compagni, allo staff e a tutti quelli che lavorano qui, mi sono sentito benvoluto subito. Poi la positività dei tifosi mi ha dato energia, carica e fiducia in me stesso: mi sento libero, so che mi sostengono anche quando sbaglio. Poi un altro scatto mentale l’ho fatto dopo questo terribile terremoto che ha colpito la mia Turchia: è un dolore enorme che mi ha scosso emotivamente. Ora mi emoziono di più in campo, sento di dover dare il massimo anche per regalare un sorriso a chi soffre. Per questo sono sempre più dentro alla partita».

Sul ruolo in cui vuole giocare: «Dovunque mi metteranno, darò il massimo. Poi già in Nazionale giocavo da regista e il mio procuratore mi ha sempre detto: “Quello è il tuo ruolo ...”. Le sue parole mi sono rimaste in testa: per questo mi vedo più davanti alla difesa, non a caso il mio idolo era Andrea Pirlo .... Grazie a Inzaghi mi sono completato in questa posizione, soprattutto dal punto di vista difensivo. Ora mi esalta anche il duello fisico: sarò più lontano dalla porta e tirerò di meno, ma riesco a controllare la partita, il ritmo, e aiutare i compagni da dietro. Poi un gol può sempre arrivare, come a 'San Siro' contro il Barcellona ...».

Su come si spartirà la metà campo con Marcelo Brozović: «Nel calcio e nella vita esiste la concorrenza ed è un bene per tutti: le scelte sono poi dell’allenatore. Io devo solo essere pronto, sia da mezzala che da regista, magari cambiando pure ruolo nella stessa partita. Anche grazie al rientro di Brozo, però, siamo uno dei centrocampo più completi d’Europa».

Sul consiglio che dà al giovane Krjstian Asllani in panchina: «Gli parlo molto, soprattutto quando lo vedo demoralizzato o dispiaciuto. A 20 anni anche noi eravamo come lui, spesso in panchina: in quest’Inter è difficile emergere, ma si impara molto. Lui deve stare calmo e lavorare, crescere nella personalità, diventare più tosto, poi arriverà il suo tempo perché ha qualità grandissime».

"Mi vedo tra i primi cinque centrocampisti d'Europa nel mio ruolo"

—  

Sul sentirsi sottovalutato, tra i migliori centrocampisti d'Europa, rispetto a Luka Modrić, Kevin De Bruyne, Casemiro e Pedri: «Sì, mi sento sottovalutato. Non sono lontano dai nomi che ha citato, ho tutto per avvicinarmi a loro: per come sono cresciuto mi vedo tra i primi cinque d’Europa nel mio ruolo, lo dico con umiltà ma con consapevolezza. A volte, alcuni giocatori, che giocano per esempio in Premier League, in questo momento possono avere più visibilità ...».

Su quando è scattato l'amore tra Calhanoglu - ex milanista - e l'Inter: «All’inizio i tifosi avevano dubbi, come è normale che sia: sostituire un gran giocatore come Christian Eriksen venendo dal Milan non era facile. Ma io ero sicuro che, cominciando a giocare, sarebbe cambiata la musica e mi avrebbero apprezzato. L’amore è stato spontaneo, senza bisogno di gesti teatrali: è cresciuto pian piano senza una vera scintilla».

Sui tifosi del Milan che non l'hanno mai perdonato e che lo insultano ogni volta: «Mettiamola così: per metà della città sono un idolo e per metà un nemico. Metà mi ama e metà mi odia. In una stessa giornata mi è capitato di sentire per strada insulti milanisti e cori interisti. È qualcosa che ha a che fare con il calcio: non sarò né il primo né l’ultimo a vivere una situazione così. Ma ormai non ci faccio più caso: il passato è passato. Ho un carattere duro che mi aiuta ad andare oltre. Diciamo che, se penso di avere ragione, mi difendo sempre, senza paura. E alla fine di tutto mi basta semplicemente l’amore del popolo interista».

Su quanto gli piacerebbe un derby nei quarti di finale di Champions League: «Molto, sarebbe storia!».

Sul rinnovo del contratto in arrivo: «Sono orgoglioso che l’Inter voglia rinnovarmi e la mia volontà è stare qua. Ma io voglio rimanere a Milano anche dopo, restando nel calcio. Magari apro pure un ristorante 100% turco, che in città manca ...».

Sul possibile approdo di Franck Kessié all'Inter l'anno prossimo: «È un amico e un grande giocatore: qui i campioni sono sempre bene accetti .... Parliamo tanto, è vero. Lui sa di giocare per una grande squadra, ma sa anche che l’Inter non sarebbe meno».

Sul terremoto in Turchia: «Non dimenticherò quel 6 febbraio terribile. L’8 facevo il compleanno e non ho festeggiato minimamente. Perfino il cibo non aveva lo stesso sapore, vedevo i miei figli negli occhi di quei bambini rimasti da soli, al freddo. È stato un dolore mai provato e per fortuna la mia famiglia non è stata toccata. In questo momento difficile, siamo tutti uniti per aiutare il Paese e vedere il sostegno anche dall’estero mi scioglie il cuore. Vorrei solo che fossimo così solidali sempre, non solo nelle tragedie».

Su come aiuta il suo Paese d'origine: «Abbiamo da poco fatto una conference call con la Federazione: tra le varie iniziative, aiuteremo a fornire dei container per gli sfollati. E personalmente sto cercando di coinvolgere alcune fondazioni e sportivi turchi per aiutare gli orfani: li sosterremo fino ai 18 anni, sarà il nostro gol più bello». Milan, ghiotta chance per il centrocampo: le ultime di mercato >>>

NOVITA! Commenta con noi news e partite sul nostro GRUPPO TELEGRAM!